Si adegua James Horner, che subentra a Jerry Goldsmith nella composizione delle musiche originali e che ha assai poco tempo a disposizione per giocare su atmosfere e mezzi toni e deve invece star dietro all'incalzare dell'azione. Horner si trasferì per lavorare a questo progetto nel Regno Unito ma quando arrivò scoprì che a causa del ristrettissimo tempo di post-produzione non aveva a disposizione neanche un montaggio provvisorio sul quale poter lavorare. Dovette quindi affidarsi alla sua esperienza: in precedenza aveva già svolto un apprezzato lavoro in campo fantascientifico musicando il secondo ed il terzo Star Trek cinematografici e sarebbe poi tornato a collaborare con JC, aggiudicandosi l'Oscar per Titanic.
Il film debuttò nelle sale americane il 18 luglio 1986 e superò i 10 milioni dollari di incasso nel primo week end. Le reazioni della critica furono generalmente positive, Time Magazine dedicò al film la copertina e anche il pubblico non si tirò certo indietro. Costato 18 milioni e mezzo di dollari il film finì per incassarne complessivamente oltre 200 in tutto il mondo, di cui 80 nei soli USA. La frase di lancio "Questa volta è guerra" fu coniata dal multifunzionale e omnidirezionale JC e fu sostenuta con entusiasmo dal dipartimento promozionale della Fox, che pubblicizzò il film appunto come se fosse una storia di guerra con la differenza che si svolgeva nello spazio. Aliens ottenne anche 7 candidature al premio Oscar, tra le quali quelle per il Miglior Montaggio (Ray Lovejoy), Migliori Scenografie (Peter Lamont), Miglior Colonna sonora originale (Horner), Montaggio Sonoro (Don Sharpe), Migliori Effetti Visivi (Skotak, Winston, Richardson), ma la sorpresa maggiore venne dalla candidatura a Miglior Attrice Protagonista per Sigourney Weaver, cosa piuttosto insolita per un film di genere come questo. A questo proposito ricorda l'attrice: "Fu davvero una grossa sorpresa, per tutti noi. Penso che il merito vada attribuito a Jim, che ha scritto la parte. E' un ruolo molto forte e fui certamente onorata di essere candidata al fianco di altre bravissime attrici". Alla fine il film si portò a casa due statuette: quella per i Migliori Effetti Visivi e quella per il Miglior Montaggio Sonoro. Di li a poco la casa editrice di fumetti Dark Horse lanciò una testata, Aliens Vs Predator, che si rivelò essere estremamente popolare. Anche tramite dei romanzi l'universo collegato alla serie si espanse, tra questi ricordiamo almeno Alien dentro l'alveare (Urania n. 1294), scritto da un autore affermato come Robert Sheckley.
Aliens scontro finale dimostrò che si può tener testa ad un classico amato dalla critica e dal pubblico se si ha un approccio originale ed innovativo al materiale di base. Certo viene a mancare il fattore sorpresa della prima volta e manca anche quasi tutta la suspense che contribuiva in maniera determinante alle atmosfere irripetibili del primo film. Tuttavia ciò viene compensato in maniera più che soddisfacente da una sorta di elevazione a potenza operata da JC per raccontare ancora una volta una storia che di base è la stessa: la lotta all'ultimo sangue tra umani e creature aliene. Stessa trama base, ma ben altro film. Cameron sfrutta poi già in questa occasione l'effetto del ribaltamento di ruoli a cui avrebbe fatto ricorso anche per il seguito di Terminator. Se nel primo Alien l'androide di bordo è una minaccia qui invece è un alleato nella battaglia per la sopravvivenza, così come il T diventa in T2 una sorta di angelo custode.
Ma la lotta senza quartiere tra umani e aliens, come ben sappiamo, non finì certo li...
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