La vicenda si svolge 57 anni dopo gli eventi raccontati nel primo film. La sola sopravvissuta da quella missione è recuperata ibernata dalla capsula di salvataggio e deve superare lo shock di apprendere quanto tempo è passato. Alla compagnia per la quale lavorava l'equipaggio della Nostromo non sono affatto contenti di sapere che la nave e tutto quello che trasportava sono andati definitivamente persi. La donna racconta della lotta tra gli umani e la letale creatura aliena ma il racconto appare ai loro occhi poco convincente, anche perché il pianeta su cui sarebbero state rinvenute le uova è ormai usato come colonia umana da diverso tempo e senza problemi. Le ultime parole famose: di li a poco i contatti proprio con tale insediamento si interrompono e la compagnia rivaluta la sua posizione e le offre un ruolo di consulente nella squadra paramilitare inviata ad investigare. Ellen accetta, sperando così di affrontare e sconfiggere per sempre i mostri che riempiono di spaventosi incubi le sue notti...
A costituire punto di continuità visiva e stilistica col primo film contribuì il fantastico lavoro svolto dal direttore della fotografia Adrian Biddle, che si era fatto le ossa nel campo lavorando proprio in ambito pubblicitario con Ridley Scott e che nel primo Alien aveva il compito della messa a fuoco della macchina da presa. Aliens fu il suo primo impegno professionale ufficiale come direttore della fotografia e la sua carriera sarebbe poi proseguita in modo eccellente, curando le luci per film come Thelma & Louise, 1492 la conquista del paradiso, Punto di non ritorno e La mummia 1 e 2. Gli artisti concettuali e disegnatori Ron Cobb (Alien) e Syd Mead (Tron) contribuirono al disegno delle navi, degli ambienti e delle armi che si vedono nel film e per le quali JC aveva idee ed esigenze ben precise. Per quanto riguarda gli alieni che attaccano gli umani ad ogni angolo in realtà per motivi di budget c'erano a disposizione solo una dozzina di costumi da Aliens ma grazie alle molte scene, le diverse angolazioni di ripresa ed il montaggio sembrano essere un vero e proprio esercito. Dal film originale tornano in campo anche le uova che contengono le letali creature. JC decide di mostrare chi le depone e introduce la Regina, la cui apparenza fu ideata dallo stesso regista, basandosi comunque sul look alieno precedentemente stabilito da H.R. Giger. Quest'ultimo non fu coinvolto direttamente nella lavorazione del film ma ha in seguito apprezzato il fatto che per lo sviluppo del look della regina ci si sia mantenuti in linea con lo stile delle sue visioni originali. Alec Gillis, responsabile degli effetti delle creature, fu tra coloro coinvolti nello sviluppare in pratica il design della gigantesca creatura immaginata dal regista. Era fondamentalmente una marionettona al cui interno mostro si nascondeva un uomo, mentre altri 16 tecnici ne muovevano esternamente braccia e gambe con cavi e fili. A Lance Henriksen spettò sul set un lavoro simile a quello a cui si era dovuto sottoporre John Hurt nel primo film, mettendo a disposizione il proprio volto per un pupazzo che riproduceva le fattezze del corpo dell'androide lacerato in due dalla furia della regina, stando incassato col corpo in un sottopavimento appositamente costruito e tutto impiastricciato del liquido che scorreva nelle vene dell'androide Bishop, in realtà un mix latte-yogurt.
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