Matrix, ovvero come rovinare un capolavoro (Roberto Genovesi)

Matrix è stato sicuramente uno dei più significativi film di fantascienza di tutti i tempi. Per le tematiche affrontate, per le conclusioni raggiunte e per i sistemi utilizzati per sviscerarle. I due seguiti, usciti inspiegabilmente solo a pochi mesi di distanza tra loro, hanno solo contribuito a macchiare indelebilmente questa pietra angolare della cinematografia moderna. Già il secondo seguito mostrava numerose lacune, alcune incongruenze ma soprattutto una pochezza di sceneggiatura sconcertante. I danni aggiunti dal terzo seguito sono andati a colpire direttamente la regia tanto da far supporre che i fratelli più famosi del cinema fantastico statunitense abbiano lasciato la cinepresa nelle mani di sconosciuti ''ghost directors'' per dedicarsi a tempo pieno alla mole di merchandising che dalla loro idea geniale era sortita.

Matrix Revolutions non è solo una delusione dal punto di vista della storia ma, soprattutto, sotto il profilo della regia. Piatta, monocorde, fatta di prolungate quanto inutili sequenze in MPP o PA che per la prima ora fanno del film conclusivo della trilogia un vero e proprio must di come non si dovrebbe girare un film.

Per il resto che dire? La cosa più divertente è sembrato il cameo di Monica Bellucci, passata e cadente come tutta la pellicola, che ci mette davvero poco (una battuta o poco più) per far scoppiare la scintilla della risata in tutta la platea assorta fino a quel momento nel cercare di comprendere dove finisse lo scherzo e dove invece cominciasse il film. Peccato. Se si pensa che qualcuno aveva osato criticare la seconda parte del Signore degli Anelli perchè poco aderente al libro e sfaldata nella costruzione del plot, viene in mente che al peggio non c'è mai fine. (Roberto Genovesi)