Matrix Reloaded inizia con un incubo di Trinity (Carrie-Anne Moss) e anche Neo ha questo tipo di visioni notturne che non lo lasciano dormire sonni tranquilli. Non che da sveglio abbia motivi particolari per rilassarsi: le macchine hanno scoperto dove si nasconde la città di Zion, dove sopravvivono gli umani sfuggiti alla schiavitù, e stanno per inviare un'armata di droni tentacolati per distruggerla... Il problema in questo tipo di operazioni è quello di riuscire a competere col ricordo di un film irripetibile e la domanda, dunque, è: sono riusciti i Wachowsky a tenere testa a loro stessi realizzando questo seguito? Tutto sommato la risposta è si. Certo non c'è più la "freschezza" dell'originale, d'accordo certe idee sono riciclate e l'effetto novità è andato irrimediabilmente perduto, ma nonostante tutto questo Matrix Reloaded è un vorticoso spettacolo d'evasione che tiene testa al primo capitolo. Il maggior budget a disposizione permette di espandere l'universo di questa Terra del futuro, ecco dunque la ricostruzione di Zion, gigantesca città sotterranea, realizzata con gran sfoggio di scenografie ed effetti speciali e che forse a qualche debito d'ispirazione con quella del più sofisticato Dark City. Vengono introdotti anche nuovi personaggi, sia dalla parte degli umani ribelli, sia dalla parte delle macchine dell'oppressione. Per pura perfidia non si può non citare l'apparizione dell'italiana-con-tette Monica Bellucci, sorta di bella addormentata nel bagno che rivela informazioni vitali in cambio di un bacio (indovinate da parte di chi ?) che la risvegli dal torpore di una vita sentimentale ormai finita nel congelatore. Un cameo del tutto inutile: del resto è il rischio perenne in film come questo, quello di rimanere totalmente schiacciati dalla soverchia gigantezza delle trovate visive rispetto allo sviluppo dei personaggi (specie quelli secondari).
Questo vale ancora di più per il terzo e conclusivo Matrix Revolutions, dove diciamocelo più della trama contano ormai le strabilianti diavolerie visuali messe in campo dal team della ESC, la compagnia di effetti speciali creata dai Wachowski, guidata con indubbia abilità creativa dal supervisore degli effetti visivi John Gaeta. L'attacco delle macchine che fanno breccia nella spesse pareti che difendono il porto di Zion è straordinariamente spettacolare e propone sequenze dai richiami visuali quasi pittorici. Irritante invece la presenza del solito ragazzino coraggioso e inesperto ma "che può fare la differenza": si mette al comando di uno dei robot difensori e siamo in pieno territorio Goldrake, Jeeg Robot e Gundam. Le gigantesche perforatrici sotterranee hanno invece riportato alla mente dello scrivente il supersottomarino con trivella Atragon, vera stella di un film di fantascienza giapponese del 1963 di Ishiro Honda (Godzilla). Mescolando con sfacciata destrezza filosofie orientali, fumetti manga e di supereroi, fantascienza dell'invasione e cinema delle arti marziali Matrix Reloaded/Revolutions è uno spettacolone visivamente ricchissimo e poliedrico, che alterna dialoghi talvolta fumosi e pseudoesistenziali con frenetiche scene d'azione. Il tutto basato su tutta una serie di specchi e contrapposizioni: bene/male, bianco/nero, amore/odio, Neo/Smith, realtà/sogno, spiritualità/scienza, libertà/prigionia, umanità/macchine. Talvolta i Warchowski esagerano, ad esempio nell'interminabile lotta tra Neo e i multiagenti Smith nel cortile (in Reloaded), tirata così per le lunghe da diventare noiosa. In Revolutions peraltro il duello volante finale tra i due è ricalcato da quello tra Superman ed il generale Zod di Superman II (1980). Insomma i Wachowski certamente hanno un grande amore per il genere e costellano la loro matrilogia con "citazioni" dalle fonti più disparate. Non sono del tutto sicuro che sia necessariamente un merito ma se il cinema è destinato a diventare interattivo e a fondersi coi videogiochi il ciclo di Matrix certamente è quanto di più avanzato si possa trovare oggi come oggi. Peccato per lo stucchevole, atroce finale sulle panchine ai giardinetti, perfetto forse per l'ultima puntata della serie a cartoni di Candy Candy ma quantomeno sottotono (vogliamo dire banaluccio?) se posta a suggello delle meraviglie dell'impossibile che scuotono il regno digitale della matrice...
...end program.
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