Ma il tocco più innovativo sarà quello delle avventure subatomiche di Ray Cummings, a partire da The Girl in the Golden Atom (All-Story, 1919). E qui siamo già in un capitolo successivo, nella SF propriamente detta. In realtà, Burroughs e Merritt sono allo stesso tempo un culmine e un inizio della fine per il sottogenere.
Negli anni Trenta, le civiltà esotiche di Haggard si trasfigureranno nella SF con gli incontri alieni di Smith, Williamson e Hamilton; nella fantasy con l'era Hyboriana di Robert E. Howard e gli strani paesaggi di Clark Ashton Smith; e ovviamente in film come King Kong. La loro eredità continuerà ad accompagnarci, continuando a tornare nella saga cinematografica di Indiana Jones e in quella multimediale di Lara Croft, nei fumetti di Alan Moore (The League of Extraordinary Gentlemen) e di Alfredo Castelli (Martin Mystere). E nel puro piacere della descrizione della civiltà straniera, è anche da lì che muove anche tutta la tradizione delle antropologie aliene, da Jack Vance a Ursula K. Le Guin.
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