
La risposta è semplice e complessa al contempo: in fondo, per decenni Marte è stato un panorama della mente più che un luogo realistico; un'icona forte, quasi indelebile. Molti autori, anche dopo che ben si conoscevano le caratteristiche assolutamente inospitali di quel mondo, hanno continuato a immaginarlo e descriverlo abitabile: come quando si stenta a dover rinunciare a un vecchio sogno. Ma questo, alla fine, ha una reale importanza? Direi di no: al più, sposta la storia di Aresi sul versante di una fantascienza in buona percentuale fantastico. Importante invece, a mio parere, è che il racconto in sé regga e raggiunga il suo scopo.
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