Come acquistare Robot
Robot non è distribuito in edicola. Può essere acquistato in alcune fumetterie, oppure ordinato alla nostra libreria online, Delos Store (www.delosstore.it).
E' possibile acquistare una copia di Robot 42 (www.delosstore.it/scheda.php?id=24) al prezzo di 9,9 euro, oppure abbonarsi ai quattro numeri del 2003 (incluso il numero precedente, 41: www.delosstore.it/scheda.php?id=22) al prezzo di 32 euro. Chi avesse già il numero 41 può abbonarsi ai numeri 42-44 (www.delosstore.it/scheda.php?id=29) al prezzo di 25 euro.
L'abbonamento comprende l'iscrizione all'Associazione Delos Books, che dà diritto ad acquistare libri su Delos Store col 10% di sconto.
Altri amici teneri sono per me Eugenio Ragone, che è celebre soprattutto per il suo ruolo di toast master delle convention italiane, per la passione per il teatro e per giochi di varia natura, e non scrive poi molto (ama definirsi "autore occulto"), ma quando lo fa riesce a produrre suggestive meditazioni sul tempo e sulla vita come Time Exchange; Alan D. Altieri, un nome che non ha bisogno di presentazioni (infatti in realtà si chiama Sergio), l'uomo che nei suoi romanzi ha polverizzato un numero incredibile di individui e luoghi, e ci terrebbe parecchio a far saltare il mondo intero, come ribadisce nella sua adrenalinica storia di mutazioni al fulmicotone (è l'action writer per eccellenza, contrapposto agli inaction writers che mi onoro di rappresentare, però andiamo molto d'accordo lo stesso); e pure Andrew Masterson, del quale sono diventato amico di penna elettronica l'anno scorso, mentre traducevo Gli ultimi giorni (ora sto per mettermi all'opera sul secondo tomo del suo ciclo di Joe Panther, The Second Coming), per poi fare la sua conoscenza in carne e ossa il dicembre scorso, scoprire l'uomo simpaticissimo che immaginavo, avere l'ardire di chiedergli un racconto per questa rivista, e vedere soddisfatto il mio desiderio! Con la divertente, ironica avventura che state per leggere, ispirata ad Andrew dal traffico e dalle parolacce che ha incontrato in Italia.
Sento già i bisbiglii maligni: Be', ma allora Curtoni pubblica solo i suoi amici... Malelingue! Eh no. Se da un lato è fatale che io abbia rapporti di frequentazione con molti degli scrittori italiani di fantascienza, dato che sono sul mercato professionale da un trentennio abbondante, dall'altro sono sempre aperto ai nomi nuovi, alle persone mai viste, purché mi offrano opere che soddisfino i miei parametri estetici. Quindi, largo agli autori che non ho mai incontrato. Come Daniele Mittica, capace di mescolare l'estrapolazione scientifico-tecnologica a un fascinoso scavo nelle psicologie dei personaggi fino al sereno, abbagliante finale; come Nicola Pasqualicchio, con quei suoi Ritorni che mettono i brividi, una storia che mi ha ricordato il miglior Richard Matheson, terrificante nella sua brutalità, acidamente realistica nella sua dimensione fantastica; e Francesco Rinaldi, che ha costruito una sorta di controcanto tra pop e surrealismo alla morte delle Due Torri newyorchesi, un racconto di lucidissimo delirio per i nostri anni di bombe intelligenti e terrorismo che non guarda in faccia a nessuno.
Quindi, lettori nostri, su queste pagine c'è posto per tutti, come ribadisco anche nella posta. L'importante è saper scrivere come Dio comanda e avere qualcosa da dire, poi il cognome più o meno illustre non conta un piffero. Giurin giuretta.
Le reazioni più che positive al n. 41 hanno comportato anche l'arrivo di materiale saggistico/informativo che viene ad affiancarsi alla struttura portante delle rubriche (settore nel quale salutiamo l'arrivo di Flora Staglianò, nostra inviata speciale nel mondo dei club fantascientifici). Così abbiamo graditissime presenze: Carlo Bordoni, un reduce del fandom degli anni Sessanta come me, intervista uno dei più importanti esegeti della science fiction a livello mondiale, Darko Suvin; Nico Gallo traccia un veloce ma intenso ritratto della fantascienza italiana, in un articolo che immagino scatenerà reazioni e controinterventi, com'è nella gloriosa tradizione di questa testata; e il caro vecchio Riccardo Valla ci parla di uno degli autori oggi più celebrati anche in Italia, l'australiano Greg Egan, raffrontando la sua produzione a quella della fantascienza hard classica. Ed è solo il principio. Anche in questo settore, chiunque abbia idee da proporre può scrivere all'address elettronico che si trova nella rubrica della posta: non comperiamo niente a scatola chiusa, ma se un progetto ci interessa siamo pronti a seguirlo fino in fondo. Speriamo di non lasciarci le penne. Si scherza, si scherza.
E giunto al fin della tenzone, che vi devo dire? Ho avuto un periodo di lavoro intensissimo dal dicembre 2002 a metà luglio di quest'anno; sono davvero arrivato al lumicino, anche se poi per fortuna ho potuto riprendere le energie (cerebrali, più che fisiche) con un lungo periodo di rilassamento, comprese le ferie in Cilento in compagnia di Giuseppe Lippi e delle rispettive dolci metà; ma sempre, sempre il pensiero di Robot è stato presente nel mio animo (che forse non ho più, perché anni fa l'ho venduto a un amico in cambio del saldo di un debito di gioco, però non ho ancora appurato se lui sia davvero il diavolo). Credetemi, fare una rivista così, poter dare voce a tanti autori che non di rado non sanno dove girarsi in un mercato obiettivamente povero di occasioni, è bellissimo. Grazie a tutti voi di tenermi compagnia. Ah, e non abbandonatemi mai, perché potrei anche scoppiare in lacrime.
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