
delle copertine di Galassia
L'ultima volta che vidi De Grassi fu, comunque, sempre molti anni fa. Era trascorso qualche anno dalla mia visita a casa sua, e ci eravamo fuggevolmente reincontrati in qualche convention. Poi, per lungo tempo parve eclissarsi.
Ad una successiva convention (non ricordo bene quale, ma doveva essere a fine anni '70, probabilmente a Ferrara) un mattino un amico, Ragone, mi disse: "Vittorio... guarda chi c'è là!"
Guardai. Vidi due tizi che non conoscevo. Uno dei due indossava un vistoso completo celeste d'una stoffa lucida, se non brillante, ed esibiva una folta capigliatura rossa (chi ha presente l'attrice hollywoodiana Virginia Mayo?) Costui era indaffarato a mostrare all'altro individuo qualcosa (documenti?) che estraeva da una borsa. Non capivo, e lo dissi a Ragone:
"Ma di chi parli? Non vedo nessuno di mia conoscenza."
"Come!" insisté Ragone. "E' lui, è proprio lui! E' da parecchio che non si vedeva in giro..."
"Insomma lui chi!" dissi esasperato. E Ragone:
"Ma De Grassi: possibile che tu non lo riconosca?"
Onestamente, se non me l'avesse fatto notare lui non l'avrei mai riconosciuto.
E' l'ultima immagine di lui che ho negli occhi.
Il Cosmo rilegato a fiorellini è, ora, in posizione preminente nella mia biblioteca.
Addio, Aurelio. Apprendo tramite Ernesto Vegetti che la tua collezione, che avevi evidentemente recuperato, o venduto solo in parte, dopo la tua dipartita è stata acquistata per 3500 euro, cioè ad appena 1 euro al pezzo. Qui voglio dire e ricordare che nonostante la modalità insolita, per alcune ore hai fatto sognare, fremere e vibrare l'anima d'uno di quegli individui alieni che si chiamano "fan" (quale era il sottoscritto), immergendolo in una sorta di sontuoso giardino delle delizie, inattesamente spalancato da te nel cuore scuro di Milano: per lui, solo per lui.
Addio e grazie.
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