Dipinto di Mac Mazzieri, contenuto in <i>Il Subbio</i> e poi divenuto una<br>delle copertine di <i>Galassia</i>
Dipinto di Mac Mazzieri, contenuto in Il Subbio e poi divenuto una
delle copertine di Galassia
A distanza di tempo, Aurelio De Grassi intraprese altre iniziative. Per esempio, fu l'ideatore e curatore della collana mensile Omega e della collana gemella Omega Anni d'Oro che sull'unico numero pubblicò il romanzo Ralph 124C 41+ di Hugo Gernsback, l'ingegnere elettrotecnico lussemburghese trapiantato negli Usa fondatore della prima rivista di sf della storia, Amazing Stories (a lui è intestato il premio annuale Hugo, attribuito negli Usa alle migliori opere sf). La collana ebbe solo otto uscite, purtroppo. A distanza, mi pervenivano strane voci sul conto di Aurelio: pare che volesse creare un nuovo tipo di mostra fantascientifica, quella "itinerante": non so se fosse un progetto reale o solo uno scherzo, ma per qualche anno circolò davvero l'idea di una mostra di fantascienza mobile, contenente tutti i pezzi di De Grassi, che avrebbe dovuto circolare per l'Italia, distribuita su due o più autobus o addirittura su due aerei di linea. A un certo punto, si sparse la voce che egli avesse venduto d'un colpo tutta la collezione, se non addirittura "svenduto", per una serie di problemi personali; poi che la notizia non era vera, poi che invece che avesse riacquistato la collezione, in blocco.

L'ultima volta che vidi De Grassi fu, comunque, sempre molti anni fa. Era trascorso qualche anno dalla mia visita a casa sua, e ci eravamo fuggevolmente reincontrati in qualche convention. Poi, per lungo tempo parve eclissarsi.

Ad una successiva convention (non ricordo bene quale, ma doveva essere a fine anni '70, probabilmente a Ferrara) un mattino un amico, Ragone, mi disse: "Vittorio... guarda chi c'è là!"

Guardai. Vidi due tizi che non conoscevo. Uno dei due indossava un vistoso completo celeste d'una stoffa lucida, se non brillante, ed esibiva una folta capigliatura rossa (chi ha presente l'attrice hollywoodiana Virginia Mayo?) Costui era indaffarato a mostrare all'altro individuo qualcosa (documenti?) che estraeva da una borsa. Non capivo, e lo dissi a Ragone:

"Ma di chi parli? Non vedo nessuno di mia conoscenza."

"Come!" insisté Ragone. "E' lui, è proprio lui! E' da parecchio che non si vedeva in giro..."

"Insomma lui chi!" dissi esasperato. E Ragone:

"Ma De Grassi: possibile che tu non lo riconosca?"

Onestamente, se non me l'avesse fatto notare lui non l'avrei mai riconosciuto.

E' l'ultima immagine di lui che ho negli occhi.

Il Cosmo rilegato a fiorellini è, ora, in posizione preminente nella mia biblioteca.

Addio, Aurelio. Apprendo tramite Ernesto Vegetti che la tua collezione, che avevi evidentemente recuperato, o venduto solo in parte, dopo la tua dipartita è stata acquistata per 3500 euro, cioè ad appena 1 euro al pezzo. Qui voglio dire e ricordare che nonostante la modalità insolita, per alcune ore hai fatto sognare, fremere e vibrare l'anima d'uno di quegli individui alieni che si chiamano "fan" (quale era il sottoscritto), immergendolo in una sorta di sontuoso giardino delle delizie, inattesamente spalancato da te nel cuore scuro di Milano: per lui, solo per lui.

Addio e grazie.