Un cervello a sintesi integrale, un bio-chip, non farebbe tutte queste cazzate, né giocherebbe come sto facendo io. Si dirigerebbe sulla traccia del bersaglio seguendo gli ordini, economizzando le energie. Il system-manage mi riporta freddamente all'ordine, ed io obbedisco come un bravo scolaretto.
La mia azienda creatrice, la Deep Blue Fairy, mi ha inviato in missione per sperimentare il mio organismo cibernetico, per vedere quanto vale una bio-macchina da guerra composta da nanomacchine. Dopo aver passato anni sottoterra, non chiedo di meglio. Le possibilità di fallimento sono meno di zero, posso divertirmi come voglio e portare questa meraviglia tecnologica ai massimi livelli.
Imposto la rotta seguendo i tracciati di tre satelliti Deep Blue Fairy e compio un'accelerazione. I bersagli hanno un vantaggio di sole diciassette ore, li recupererei in poco tempo ma lascio loro ancora un piccolo margine. Tanto conosco bene la loro meta.
Stanno tornando al paese dei balocchi, portandosi dietro il mio vecchio corpo.
Ho proprio lo stato d'animo giusto per un rendez-vous, una bella rimpatriata tinta di sangue ed olio.
2. Step-Back
Una ricapitolazione mi sembra d'obbligo. Sono passati meno di trent'anni dal giorno del Conflitto, le ventidue ore in cui fu distrutta buona parte del mondo in una coreografica sequenza di detonazioni. Le bombe ai neutroni spazzarono via gran parte della sozzura, della precedente umanità che non aveva saputo far altro che lasciarsi incenerire.
Dopo tutto quel casino, le corporazioni presero il potere e da aziende divennero feudi. Le loro strutture interne non cambiarono, e nemmeno gli intenti. Vision e Mission conversero sempre nel medesimo obbiettivo: sperimentazione, sviluppo, impiego, conquista. Ma dal mercato azionista passarono ai depositi di materie prime ed al reclutamento di milizia.
Non so molto del mondo di prima del Conflitto, se non quello che ho visto in vecchi reportage digitali, ma credo che mi sarebbe stato stretto. L'area in cui nacqui era un pezzo di quella che chiamavano Blocco Europeo Settentrionale, il cui controllo apparteneva alla corporazione Talis. Io venni alla luce in un campo di riproduzione, giocarono con i geni della mia generazione per ottimizzare la mia fusione con componenti meccaniche. Fin dall'inizio, insomma, ero già predestinato ad essere qualcosa di superiore.
Ma qualcosa non funzionò: due mesi di conflitto bastarono a distruggere tutte le installazioni della santa megasocietà, che pagò a caro prezzo la sua inferiorità nell'armamento satellitare. Mi ritrovai nel deserto assieme ai sopravvissuti del mio campo, con un debole corpo di carne da adolescente.
Non ricordo molto di quel periodo: si camminava fino a quando i piedi non sanguinavano, mangiando quello che trovavamo o cannibalizzando quanti di noi non ce la facevano più. Sputai e bevvi sangue, ma fui tra i pochi sopravvissuti a raggiungere l'oasi che ci salvò la vita: il Paese dei Balocchi.
L'installazione Toyland apparteneva alla rivale Macnoff, ma al momento non ci interessava minimamente, dato che quel luogo si presentava in tutto e per tutto come un santuario del piacere. Finalmente potei bere alcolici veri, non sintetizzati, e sperimentare morfina, metedrina, Sampaku Carminio. Assimilavo droghe non appena mi avvicinavo alla lucidità, in una continua giostra di estasi artificiali. Le prostitute erano cloni cellulari con acceleratori di stimoli: vere e proprie trappole di feromoni.
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