Credo fondamentalmente che quello che maggiormente caratterizza Valerio Evangelisti rispetto ad altri scrittori nazionali (ma anche internazionali) stia nel fatto di essersi aperto a moltissime esperienze parallele. Parlo, ovviamente, della realizzazione di radiodrammi, sceneggiature, versioni di Eymerich a fumetti, Graphic Novel, ecc... Di tutte queste esperienze ce n'è una in particolare che ti affascina più delle altre?
Il cinema! Pensa che, fino ad anni abbastanza recenti, non possedevo nemmeno una macchina fotografica, ma solo una cinepresa Super 8 (non una videocamera, proprio una cinepresa). Le immagini mi interessavano solo se erano in movimento. Ciò mi accadeva fin da bambino, quando cominciai a nutrire per i film una passione sconfinata. Negli anni dell'università andavo al cinema tutti i pomeriggi, tra le 14 (ora di apertura, a quei tempi) e le 16.
Secondo me il cinema è il prolungamento naturale dell'esperienza letteraria, perché svolge la funzione, che un tempo era propria solo della letteratura, di nutrire l'immaginario degli spettatori. Senza tuttavia condizionarlo, e magari distorcerlo, come fa la televisione.
Anche i fumetti, la radio ecc. lasciano al fruitore altrettanta libertà. Però al cinema resta il primato assoluto, essendo stato, in epoca contemporanea, la prima vera alternativa alle forme tradizionali del narrare. E il matrimonio tra cinema e narrativa fantastica si è consumato all'atto stesso della sua nascita.
Colgo l'occasione per segnalare il primo film tratto da scritti miei: Evangelisti R.A.C.H.E. di Mariano Equizzi. Il film verrà presentato in forma di mediometraggio al festival del cinema di fantascienza di Trieste, e in gennaio al Future Film Festival di Bologna. Subito dopo dovrebbe essere trasformato in lungometraggio e uscire nelle sale.
Le poche scene del film che ho visto finora sono potenti e surreali. Mariano Equizzi è l'unico regista italiano specializzato in cinema di fantascienza: il nostro incontro era obbligato.
Nicolas Eymerich è stato definito da Goffredo Fofi "la più straordinaria creazione letteraria degli ultimi decenni". Se rapportiamo le esperienze fumettistiche pubblicate nelle varie lingue, qual è che secondo te meglio riassume il tuo personaggio. Ricordo brevemente, ad esempio, l'incontro di Eymerich con il personaggio a fumetti di Lazarus Ledd, apparso in edicola lo scorso marzo, ma anche quanto uscito recentemente in Francia (Nicolas Eymerich, inquisiteur), disegnato da David Sala e sceneggiato da Jorge Zentner per l'editore Guy Delcourt di Parigi...
Il fumetto in cui mi riconosco maggiormente è ovviamente quello disegnato da Francesco Mattioli e scritto da me, La furia di Eymerich. Quello di David Sala e Jorge Zentner è stupendo e molto fedele all'originale, però presenta un Eymerich troppo massiccio e brutale (secondo me) rispetto a quello che avevo concepito: somiglia a Primo Carnera! Quanto all'Eymerich che appare nell'eccellente numero speciale di Lazarus Ledd è per l'appunto un "ospite d'onore", e non può essere oggetto di un giudizio autonomo. L'apparizione del mio personaggio in quel contesto mi ha comunque onorato e soddisfatto.
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