Tre stranezze

Foto tratta dal video della seconda autopsia di Roswell. (5)
Foto tratta dal video della seconda autopsia di Roswell. (5)
Per quanto riguarda le procedure militari, non avrebbe avuto senso chiamare un cameraman da Washington D.C. e mandarlo a Roswell, New Mexico. Tutte le installazioni militari infatti disponevano di cineoperatori qualificati con possibilità di accesso a progetti "Top Secret". Più facile quindi trovarli nelle basi di Roswell o Alamogordo, piuttosto che a Washington. Stando a quanto riportato da Santilli, Jack Barnett ha affermato di avere sviluppato da solo le pellicole. Secondo i tre militari interpellati da Kent Jeffrey, invece, con molta probabilità un cameraman non ne sarebbe stato in grado: "In progetti top secret un cameraman non sviluppa, mai e in nessuna circostanza, lui stesso i filmati. Oltretutto i regolamenti militari richiedono che di tutti i filmati, sviluppati o no, si debba rendere conto - non solo ogni pellicola, ma ogni fotogramma di ogni singola pellicola". Per quanto riguarda la qualità delle riprese, sappiamo che nel 1947 si utilizzavano pellicole da 16 millimetri a colori per progetti importanti e in tutte le procedure mediche.

Nel caso poi queste ultime fossero state di particolare rilevanza, venivano usate due cineprese, una delle quali poggiata su un treppiede e l'altra montata al soffitto (quindi entrambe fisse). In aggiunta, oltre che da un cineoperatore ogni autopsia era ripresa anche da un fotografo, che inevitabilmente era inquadrato dalle telecamere. Ma tutto ciò non appare nel filmato di Santilli. Inoltre, i tre militari ritengono che le riprese siano di pessima qualità: "Se qualcuno nella mia unità avesse girato un filmato del genere", commenta Joe Longo, "sarebbe finito in cucina a pelare patate". Per finire, i tre cameraman non hanno mancato di criticare le etichette raffigurate nelle fotocopie distribuite da Santilli. Su di esse infatti compare un timbro che nessuno di loro ha mai visto sulle migliaia di scatole di pellicole ordinate alla Kodak dai militari. In ogni caso, il colonnello McGovern si dichiarò comunque disponibile ad analizzare le affermazioni del cameraman.

A suo dire, gli sarebbe stato sufficiente parlare con lui al telefono per quindici minuti. Infatti negli anni Quaranta McGovern, oltre a essere uno dei più grandi esperti fotografici militari, era "ufficiale del progetto pellicole cinematografiche" per l'Air Force proprio a Washington. Sulla questione delle etichette, secondo quanto appurato dall'inglese Robert Irving il sigillo (l'aquila) sarebbe stato identificato come quello del National Military Establishment (nme), ribattezzato nell'agosto 1949 Department of Defense. Stando a quanto scritto a Irving il 15 maggio 1996 da Alfred Golberg, storico presso l'Office of the Secretary of Defence, al Pentagono, l'Nme è stato istituito non prima dell'ottobre 1947, quindi dopo il presunto crash riferito da Jack Barnett (giugno 1947). La scritta attorno all'aquila non sembra comunque corrispondere all'Nme. Qualche giorno dopo, gli Archivi nazionali informarono Irving di "non essere in grado di identificare il simbolo". Il più somigliante sembrerebbe quello del Department of Defense, così come compare nel marchio istituito ufficialmente il 19 settembre 194912.