L'analisi
Analizziamo ora singolarmente i diversi aspetti di quello che è stato chiamato il Roswell Footage o anche Santilli Footage. Uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori della veridicità del filmato è rappresentato dalla sua datazione. Alcuni ufologi concordano nel sostenere che la Kodak abbia effettuato analisi sulla pellicola, datandola intorno al 1947. In realtà l'attribuzione è avvenuta in maniera indiretta. Sembra infatti che Santilli abbia inviato per fax all'esperto americano in tecniche fotografiche Bob Shell il codice presente su una pellicola (la scritta "koda" seguita da un quadrato e un triangolo). Stando alla Kodak, tale codice potrebbe riferirsi a uno dei seguenti anni: 1927, 1947, 1967. La seconda opzione sarebbe coerente quindi con il racconto del cineoperatore.
Nel febbraio 1996, su Ufo - Rivista di informazione ufologica, pubblicata dal Cisu, viene riportata una dichiarazione dello stesso Bob Shell, datata ottobre 1995, in cui si legge: "Ho operato da collegamento informale tra Ray Santilli e la Kodak di Rochester, ny [...], nel tentativo di ottenere che la Kodak effettuasse analisi chimiche sulla pellicola [...]. Come ho già detto in altre occasioni, i bordi marchiati che Ray mi ha inviato per fax sono stati positivamente identificati dalla Kodak come provenienti da una pellicola prodotta nel 1947, ma finora non mi è stato mostrato o spedito alcun frammento della pellicola originale con impresso il codice a figure geometriche [...]". In un altro intervento riportato anche su Notiziario Ufo (numero 6 del maggio-giugno 1996), Ray Santilli afferma che "è stata diffusa pellicola in abbondanza con grande varietà di immagini, incluse quelle della stanza dell'autopsia". In realtà, a Bob Shell sono state consegnate solo due brevi strisce, lunghe poco più di due centimetri e mezzo: tre fotogrammi raffigurano molto probabilmente l'entrata di una porta illuminata, mentre gli altri tre dovrebbero rappresentare, secondo Shell, la stanza buia con il tavolo autoptico prima che il corpo vi venisse adagiato. Difficilmente però si riesce a individuare con precisione tale scena e i fotogrammi sembrerebbero rappresentare più dei "gradini". Ulteriori analisi, condotte da Shell e Clive Tobin del Mutual Ufo Network (M.UFO.N.), hanno messo in evidenza che la pellicola diffusa da Santilli era a perforazione singola, mentre la cinepresa Bell & Howell del 1947 che il cameraman dice di avere utilizzato si adattava esclusivamente a pellicole con perforazione su ambo i lati.
In un messaggio diffuso il 10 gennaio 1996 sull'area ufologica Encounters, della rete telematica Compuserve, Bob Shell scrive: "Sono in possesso di strisce che sono riproduzioni di terza generazione, ottenute da un internegativo di seconda generazione che, a sua volta, deriva da una pellicola cinematografica originale. Posso affermare con sicurezza che la pellicola in mio possesso è stata prodotta prima del 1957, ma questo è tutto quello che posso dire". Quindi il cineoperatore avrebbe tirato un brutto tiro a Santilli, consegnandogli del materiale di seconda o addirittura terza generazione? Il fatto però che la pellicola sia anteriore al 1957 potrebbe rappresentare comunque una prova a sostegno dell'autenticità del filmato. Corrado Malanga, chimico dell'Università di Pisa e consulente scientifico del Cun, ha avuto modo di analizzare un fotogramma, consegnatogli da Philip Mantle in accordo con Bob Shell. L'immagine ritrae inequivocabilmente i gradini di una scala. "La sua datazione", scrive Malanga, "può variare, senza alcun limite, entro un periodo che va dalla metà degli anni Cinquanta a tutti gli anni Quaranta". Le analisi su questi fotogrammi però, qualunque sia il loro esito, hanno un valore dubbio, in quanto non è stata dimostrata la loro appartenenza alla pellicola originale (o comunque alla copia in possesso di Santilli). Essi potrebbero appartenere a una qualsiasi pellicola del 1947 (o anteriore al 1957) senza necessariamente far parte del filmato originale. Proprio per tali motivi la Kodak si è rifiutata di effettuare analisi su frammenti di questo tipo. Le richieste della Kodak sono molto precise: cinquanta fotogrammi in cui sia rappresentata la creatura, in modo da effettuare analisi sulla spaziatura dei fori delle perforazioni, mutata intorno al 1955 per adeguarsi ai nuovi equipaggiamenti. Tale analisi non distruttiva potrebbe indicare se la pellicola è stata prodotta prima o dopo quella data. Per portare a termine i controlli sarebbe inoltre necessario effettuare un piccolo foro su un fotogramma, così da determinare la composizione chimica della pellicola. Questa infatti, da quanto si evince dalle fotocopie delle etichette relative alle bobine, dovrebbe essere una Kodak High Speed Super-xx Panchromatic Safety Film. La composizione chimica delle pellicole Kodak è cambiata negli anni e questo tipo di analisi permetterebbe di datare il filmato in maniera abbastanza precisa. Secondo la Kodak non è affatto necessario sacrificare un fotogramma con la creatura (considerato di inestimabile valore); sarebbe sufficiente forarne soltanto uno, appartenente a una striscia intatta in cui appare l'alieno. Se consideriamo poi che nella pellicola in questione (da 16 millimetri) ci sono ventiquattro fotogrammi per ogni secondo, si può capire quanto sarebbe esiguo il danno prodotto a fronte dell'enorme aumento di valore, anche economico, che tale autenticazione porterebbe alla pellicola. Ad oggi, malgrado le molte voci circa l'avvenuta autenticazione, nessun frammento di pellicola con le caratteristiche indicate è stato spedito alla Kodak, né a chiunque altro. La mancata consegna di pellicola originale pone il problema della reale esistenza delle ventidue bobine che Santilli sostiene di possedere. A quanto pare, a parte lui nessuno ha mai assistito alla proiezione del filmato ottenuto dalla pellicola originale.
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