Breen si accomodò sulla panca, pregustando la lettura. Dynkowski era sempre interessante. Certo, tutti sapevano che una stella di tipo G, come il Sole, è potenzialmente instabile; una stella così può esplodere, uscire dal diagramma di Russell e finire la sua carriera come nana bianca. Ma nessuno prima di Dynkowski aveva definito le esatte condizioni di una simile catastrofe, né aveva escogitato un sistema matematico per diagnosticare l'instabilità, e descriverne il progresso.

Alzò il capo e notò che il Sole era oscurato da una nube sottile e bassa. Se non aveva lui delle macchie davanti agli occhi, c'era una grossa macchia sul Sole... Riprese la lettura, voleva terminarla prima del tramonto. Le perfette concatenazioni matematiche della dimostrazione gli comunicavano un intenso piacere. Un'alterazione del 3% nella costante d'equilibrio d'una stella... fin qui nulla che non sapesse: il Sole sarebbe esploso, con uno scarto simile. Ma Dynkowski andava più in là. Mediante un operatore matematico di sua invenzione, battezzato "pariglie", era giunto a determinare il periodo, nella storia d'una stella, in cui tale esplosione può verificarsi. Un vero gioiello!

La base del ragionamento di Heinlein è abbastanza semplice, e se il tutto fosse vero sarebbe risolto uno dei problemi maggiori della matematica, della scienza, e forse anche della vita umana; quello stesso problema per il quale - per dirne una - si sa che ci sarà The Big One nella Faglia di Sant'Andrea, ma è (tuttora) impossibile determinare esattamente quando: fra un anno? fra dieci, venti, cento? Noi comunque sappiamo che tutti i fenomeni catastrofici sono ciclici, e che i cicli sono interdipendenti. Heinlein immagina quindi, tramite il suo personaggio, di poter sovrapporre in un unico superdiagramma tutti i cicli (economici, geologici, astronomici etc.) di cui da anni studia l'andamento. Estrapolando nel futuro le curve del superdiagramma, si scopre che in corrispondenza di un certo punto dell'asse temporale, tutte quelle curve toccheranno un massimo o un minimo. Ebbene: quel punto in cui le catastrofi si verificheranno tutte contemporaneamente, corrisponde alla "fine del mondo".

Breen cominciò a pensarci da un punto di vista molto personale. Quanto tempo sarebbe trascorso perché l'onda d'espansione raggiungesse la Terra? Mezz'ora, tirando a indovinare... Reagì soprattutto con malinconia. Tutto finito? Per sempre? Il Colorado nel fresco del primo mattino... quella strada presso Boston coperta di foglie morte e il fumo che saliva dai boschi nell'aria autunnale... Gli odori umidi e pungenti del mercato del pesce a Fulton... no, questo non c'era già più. Il caffè al Morning Call... - E' una macchia solare, quella? - disse Meade.

Breen socchiuse gli occhi e guardò di nuovo. Era ancora più grande. Meade rabbrividì: - Ho freddo.

- Tra poco farà caldo... voglio dire, ti terrò caldo.

- Caro - disse lei - c'è qualcosa di strano, in questo tramonto.

- Non nel tramonto... Nel Sole.

Strinse forte la mano di lei, pensando con inatteso e prepotente dolore che quella era la fine.

Come raccontare la trama, semplice ma estranea, del racconto La notte del quinto sole (1981, Night of the Fifth Sun; Rivista di Isaac Asimov n. 11, SIAD, 1982) di Mildred Downey Broxon? E' una notte ventosa in una metropoli del Messico. Gesù Maria Lopez ha sangue inca nelle vene, e fa il guardiano della caldaia che riscalda l'ospedale. Ma sotto la realtà apparente (vita che scorre lenta, religione cattolica che ha contaminato le antiche credenze) continua a scorrerne un'altra, intensa e sanguigna, che pochi riescono a percepire.