L'uomo non crede ai suoi occhi: avanza piano temendo un'allucinazione, col timore di trovare anche questa Cupola disfatta, sfondata, liquefatta. Infine apre il portale, entra e...

Rimase per un istante a guardarsi intorno. Alle sue spalle, raffiche di pioggia si abbattevano contro la porta. Davanti a lui, su una tavola bassa, della cioccolata fumava in un bricco d'argento, con vicino una tazza ricolma di crema vegetale e melassa. E accanto, su un altro vassoio, si ammonticchiavano grosse tartine di bianca carne di pollo, con pomodori appena tagliati e cipolline verdi. E da un sostegno proprio davanti ai suoi occhi pendeva un morbido accappatoio di spessa spugna verde, in un angolo si vedeva una cesta dove gettare i panni bagnati e, a destra, c'era un cubicolo dove raggi termici ti asciugavano perfettamente in un istante. E su una sedia una uniforme di ricambio era in attesa del primo che ne avesse avuto bisogno. Mentre piú lontano il caffè fumava nelle calde coppe di rame, e si udiva un grammofono suonare dolcemente un'aria serena, e c'erano scaffali di libri rilegati in pelle rossa e nera. E accanto ai libri un lettino, un lettino morbido e profondo, su cui si poteva stare distesi, ignudi e incauti, ad assorbire i raggi dell'abbagliante luce ambrata che dominava la sala oblunga.

Con i romanzi del "Ciclo Coloniale" di Murray Leinster siamo in tutt'altro ambito. L'Ispettore Bordman è una specie di "medico condotto" per pianeti sofferenti: il suo mestiere è curare mondi malandati, se non in agonia, anche perché colonizzati da umani, che a loro volta rischiano brutto. Ebbene, la scienza (spesso molto empirica) di Bordman, e l'estro di quel gran mestierante della fantascienza che fu Leinster, riuscivano sempre a trovare ingegnose soluzioni tecnologiche, a mezzo tra... "medicina", ingegneria planetaria e ovviamente xeno-ecologia, allo scopo di rivitalizzare pianeti morenti o soli febbricitanti: ciò accadeva, per esempio, nel romanzo a episodi Costante solare (1950, Colonial Survey; 1958, Urania n. 182), ambientato in un lontano sistema planetario. Invece era nuovamente il nostro Sole - al quale torniamo in chiusura - il protagonista (anzi, il "doppio protagonista") della celebre storia breve di Rod Serling Sole di mezzanotte (1962, The Midnight Sun; varie edizioni fra cui in Ai confini della realtà. Tutti i racconti, Fanucci 2003). Serling, val la pena ricordare, fu anche l'ideatore della nota serie tv The Twilight Zone, in Italia presentata come Ai confini della realtà.

In questo racconto accadeva che, a seguito di una perturbazione orbitale, la Terra prendeva ad avvicinarsi sempre più al Sole. La narrazione si incentrava sulle patetiche peripezie di due donne ormai anziane, rimaste sole in un immenso caseggiato, mentre gruppi di malintenzionati e disperati percorrevano le città compiendo violenze d'ogni genere. Nelle ultime righe, però... colpo di scena: la realtà è tutt'altra! In effetti ciò cui abbiamo assistito, la sensazione di calore del Sole ingigantito nel cielo, non sono che un effetto di febbri altissime e del delirio della protagonista, vittima di una polmonite. Infatti le cose stanno esattamente al contrario: la perturbazione orbitale ha spinto la Terra in un'ellisse che la allontana progressivamente dal Sole, divenuto un dischetto freddo e distante nel cielo buio; e tutt'intorno il gelo di una fine imminente invade il mondo... (Interessante notare che, in questa storia, c'è un "capovolgimento" finale che non cambia assolutamente nulla: si sostituisce semplicemente una catastrofe a un'altra, di analogo esito).