Asse pigliatutto
Innanzitutto facciamo un po' di chiarezza. Se il nostro pianeta ruotasse intorno al sole come una trottola perfettamente verticale, il clima non varierebbe nel corso dell'anno, perché non cambierebbe la quantità di radiazione solare che, attraversando l'atmosfera, giungerebbe al suolo. Insomma, se l'asse terrestre non avesse alcuna inclinazione rispetto al piano dell'orbita, non ci sarebbero le stagioni. I tropici non avrebbero alcuna ragione d'essere e non sussisterebbe alcuna differenza tra un emisfero e l'altro. In corrispondenza dell'equatore il clima sarebbe il più caldo del pianeta, mentre, procedendo verso i due poli, a nord e a sud, la temperatura al suolo diminuirebbe progressivamente, ma restando mediamente costante a parità di latitudine durante tutto l'anno, anche tenendo in considerazione la variazione della distanza della Terra dal Sole. Il centro focale di tutta la questione è quindi l'inclinazione con cui i raggi solari ci raggiungono. Se il nostro pianeta avesse un asse perpendicolare all'orbita, a parità di latitudine, i raggi solari colpirebbero la Terra sempre con la stessa inclinazione. Per fortuna nostra, però, ciò non accade, e poiché durante un anno la posizione relativa dell'asse terrestre rispetto ai raggi del Sole cambia, in diversi momenti dell'anno ci ritroviamo con diverse angolazioni di incidenza dei raggi solari. Così, il 21 giugno, in corrispondenza del nostro solstizio d'estate, i raggi solari sono perpendicolari alla linea immaginaria denominata Tropico del Cancro che si trova nel nostro emisfero, mentre il 22 dicembre, data del nostro solstizio d'inverno e del solstizio d'estate nell'emisfero australe, i raggi solari colpiscono perpendicolarmente la linea immaginaria denominata Tropico del Capricorno che si trova nell'emisfero australe, appunto. In corrispondenza delle date dei due equinozi, invece, i raggi solari sono perpendicolari all'Equatore. Come si può intuire, quello compiuto dai raggi solari che giungono al suolo perpendicolari, e quindi hanno la massima penetrazione nell'atmosfera e il massimo effetto termico, è una sorta di moto di andata e ritorno compreso tra i due tropici. Per questo motivo la fascia tropicale, ovvero quella compresa tra i due tropici, è quella in cui il clima è più caldo e varia meno durante l'anno. Le variazioni di clima sono apprezzabili sempre più a mano a mano che ci si spinge a nord nell'emisfero boreale e a sud in quello australe. Ed è proprio la differenza di temperatura tra le varie latitudini che innesca la complessa termodinamica climatica che, peraltro, viene influenzata anche da molti altri fattori, in primis la geografia "locale", come la presenza di grandi masse d'acqua o di alti rilievi, e le condizioni dell'atmosfera. Un esempio famoso dell'influenza delle condizioni geografiche sul clima fu la costruzione della diga di Assuan che implicò la costituzione del Lago Nasser, un immenso bacino artificiale, che ebbe implicazioni profonde non solo sul clima della regione, ma anche su quello del Mediterraneo meridionale. Nel caso della diga di Assuan, prima della sua costruzione moltissimi sarebbero stati pronti a giurare che un "laghetto" come il lago Nasser non avrebbe avuto alcuna influenza sul clima. Eppure a posteriori le influenze furono effettivamente riscontrate. E quello che allora risultò chiaro fu che le dinamiche climatiche sono fenomeni assai complessi da prevedere e da modellare matematicamente. La stessa storia del nostro pianeta ha attraversato momenti climatici e atmosferici molto diversi tra loro, alcuni non molto dissimili da quello che sembra si stia verificando oggi, pur dovuto magari a cause differenti. Insomma, bisogna andarci con i piedi di piombo. Ed è con questa doverosa premessa che ci accingiamo ad affrontare la questione più "calda"...
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