Dalla fine di aprile in poi mi sono dedicato a mille cartelle circa della seconda parte della finta trilogia (in realtà è un unico, enorme romanzo di 3700 pagine!) di Night's Dawn di Peter F. Hamilton, un volumone intitolato The Neutronium Alchemist. In Italia, per motivi di ingombro fisico, la trilogia è stata/sarà divisa in dodici volumi di "Urania". I primi quattro sono usciti lo scorso anno col titolo generale La crisi della realtà, mentre la seconda parte sta uscendo come L'Alchimista delle stelle. Della terza si parlerà l'anno prossimo. Dandosi il caso che lo scorso anno i traduttori erano Riccardo Valla e G.L. Staffilano, e che la storia è piena di eventi, personaggi, ambienti, tecnologie future, ho lavorato in strettissimo contatto con Riccardo, che ha supervisionato il mio lavoro per controllare l'uniformità della traduzione. Non si dovrebbero rilevare inconvenienti. Riccardo farà anche di più: siccome io stavo per esplodere, è stato tanto gentile da assumersi la traduzione della quarta parte. Se qualche purista vuole storcere il naso, prego; ma in effetti Hamilton è autore che si presta benissimo a operazioni simili, perché ha uno stile molto chiaro, piano, senza svolazzi. Il tipo di scrittore che prendi e traduci direttamente com'è (a parte gli eventuali sfoghi di fantasia nelle terminologie), e credo proprio che due vecchie volpi affini quanto noi, che per di più hanno agito in tandem sulle prime mille pagine, possano arrivare a un risultato perfettamente omogeneo.

Che dire di questo malloppone? Di certo Hamilton è un abile sceneggiatore, per come sa spezzettare in mille rivoli, abbandonati e ripresi a distanza talora di centinaia di pagine, una storia che in definitiva si riduce a due grandi nuclei (la possessione dei vivi da parte delle anime dei morti e l'affannosa ricerca dell'Alchimista, il congegno fine-del-mondo definitivo). Accadono cose in continuazione, e diversi personaggi si fanno seguire con gusto e interesse (io personalmente vado matto per Al Capone, che ne combina di cotte e di crude); insomma non ci si annoia, tutt'altro. Gli interrogativi di fondo, sull'aldilà eccetera, sono assai interessanti (ma non illudetevi, nemmeno questa seconda parte offre risposte totali; bisognerà aspettare la terza), e varie volte ho riscontrato estrapolazioni sul tema della possessione che mi hanno colto di sorpresa per la loro originalità. Una storia d'avventura spaziale aggiornata a oggi. Certo la lunghezza si avverte, e non mi pare azzardato dire che qualche centinaio di pagine in meno avrebbero giovato, però ci si può abbandonare al gioco con piacere e goderlo anche nei suoi eccessi.

Come se tutto questo non bastasse, da dicembre sono pure diventato traduttore degli articoli di Selezione, edizione italiana del Reader's Digest, diretta oggi da Remo Guerrini, il quale mi è venuto a trovare e mi ha fatto una proposta interessante a livello economico; e ho accettato. Due articoli di 7/8 cartelle l'uno a settimana possono non sembrare molto, ma moltiplicateli per otto mesi e vedrete. Nell'insieme ho tradotto per Selezione l'equivalente di un romanzo di buona lunghezza, e continuerò. Materiale ogni tanto difficile, mediamente semplice, con temi svariatissimi, dagli anaconda agli stilisti giapponesi, dalle interviste con attori e politici ai pregi della vitamina D, eccetera. Moltissimi articoli sono a sfondo medico/farmacologico (i lettori della rivista devono essere leggermente ossessionati dalla salute), e per fortuna non sono ipocondriaco, se no me la sarei fatta sotto varie volte al mese! Tutto sommato, un'esperienza interessante e capace di spezzare il ritmo martellante della traduzione di un romanzo.