Valerio sospirò. - La vecchia pensa che la situazione sia fuori controllo, vuole dichiarare il fallimento del progetto di terraformazione di Primo Sol.
Pochi metri più in là, Nanami aveva iniziato un'attenta opera di pulizia sulle piume grigie delle ali.
Suspended animation...
Valerio diceva che fare l'amore con lei era come ballare un tango sulla musica triste di una fisarmonica; come leggere Sepùlveda o Garcia Marquez tentando di cogliere il significato nascosto negli spazi bianchi tra le parole.
Stavano supini fianco a fianco, le lunghe teorie di palazzi e autostrade che correvano sul soffitto della stanza di Tina. Londra, New York, Roma, Buenos Ayres: le avevano visitate per l'ultima volta prima del sogno durato sedici anni luce, e il brusco risveglio sulle distese erbose del quinto pianeta di uno strano solare, nell'aria ricca di umori, tra le piante malate di nomadismo, non aveva cancellato il sapore e l'odore di casa.
Tina scivolò in bagno facendo attenzione a non svegliare Valerio e s'immerse nella doccia con un brivido di soddisfazione, sperando di lavare anche gli strascichi dello scontro verbale di due giorni prima. La rivalità tra i Consorzi dei Tecnologi e dei Vitalisti, che esprimeva specializzazione scientifica e profonda differenza di approccio culturale, si era evoluta in conflitto aperto di fronte ai risultati negativi della terraformazione.
La melodia di un carillon la costrinse a interrompere la doccia. Sajiko aveva lo sguardo pensieroso e la barba incolta come la prima volta in cui l'aveva incontrato al CalTech, in un pomeriggio estivo carico di umidità. - Dobbiamo dare un'accelerata al programma - le disse dalla pellicola piatta incollata alla parete, - temo che potremmo avere meno tempo di quanto pensavamo.
Tina si allarmò subito. - Cos'altro è successo?
- Ne parliamo da me. Ti aspetto. - La figura magra del vicedirettore venne assorbita dal blu del muro gommato. Tina indossò alla svelta una tuta e si accorse che Valerio la guardava in modo indecifrabile. - Te ne vai dal tuo professore?
Lei evitò i suoi occhi. - Scusa, non volevo svegliarti.
Valerio fece un'alzata di spalle. - Comincerò ad essere geloso con tutti questi segreti. Sempre a partorire idee strane, a parlare così educatamente a bassa voce... Non avete cambiato il nostro vecchio mondo, e non cambierete nemmeno questo.
- Vuoi tornare sulla Terra? - gli chiese a bruciapelo.
- Ci torneremo tutti. Manca meno di un anno all'arrivo della prossima nave, e lì c'è già una cella di stasi con il mio nome sopra. Il progetto è andato, rassegnati. Questo pianeta ci ha messo milioni di anni a diventare così com'è, non potevamo trasformarlo in una seconda Terra nell'arco di una generazione.
Gli occhi blu di Tina s'indurirono, un altro fragile filo di carta si spezzò colpito raffiche di pioggia gelida. Raccolse i capelli lisci in una coda. - Ricordati di accendere il sistema di filtraggio prima di andare - disse ingoiando la saliva, e mentre chiudeva la porta lo sentì malignare: - Salutami il tuo uccello...
...a state of bliss
Tina prese il primo ascensore per il livello dei laboratori senza badare alla confusione nei corridoi. La notizia dell'abbandono del progetto aveva causato ulteriore fermento fra le due fazioni, eppure solo la loro collaborazione aveva reso possibile concepire un'idea così grandiosa e lo strumento per realizzarla. Il Genitore, la struttura che faceva loro da casa e fecondava il mondo di nuova linfa. Sull'ascensore Tina rivide mentalmente l'avvio del processo quattro anni prima, le cellule robotiche sparate verso ripetitori in orbita che li spargevano in tutte le direzioni, mentre i picchiatelli saltellavano in formazione per riconvertire aria e acqua. Migliaia di miliardi di microrganismi cibernetici al lavoro per impiantare una nuova ecologia simile a quella terrestre. La zona bonificata si espandeva a velocità incredibile, e dava il proprio contributo all'earthforming complessivo.
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