In Italia

Alika
Alika
La moda delle eroine sexy raggiunse presto anche l'Italia, ma, occorre dirlo, ben pochi sono i risultati realmente interessanti. A parte qualche invenzione di Roberto Raviola, in arte Magnus (a cui è dedicato un capitolo a parte), non si ritrova granché negli archivi nostrani degli anni Sessanta/Settanta. La censura aveva maglie più strette che in Francia e, in generale, la considerazione per il fumetto aveva ancora molta strada da fare.

Fa riferimento direttamente a Barbarella la presentazione di Alika (di Giorgio Gich, Ugo Sammarini, Paul Bennet) che comparve nel 1965 sugli albi della Cofedit: "Se Barbarella è l'infedele dello spazio, Alika ha licenza di amare". In realtà la componente erotica si limita a qualche allusione e a seni nudi accennati (e mai mostrati). L'eroina, simile ad Anita Ekberg, vaga nello spazio alla ricerca della terra, accompagnata dall'astronauta Martell (che nelle intenzioni degli autori ci fosse un doppio senso?), a cui ha salvato la vita, e dal robottino Absur.

Inizialmente prevalse il carattere avventuroso delle storie, ma ben presto si fece strada una vena satirica abbastanza originale, sebbene non particolarmente efficace. Comparvero così Aldo Moro, Fanfani e altri riconoscibili protagonisti della politica, trasfigurati e ridicolizzati. Nel numero 11, I Marziani alla prima crociata, Alika si rivolge a un riconoscibile Moro e gli chiede le ragioni della crociata. La risposta è un miscuglio tra il gergo fantascientifico e le spericolate formule linguistiche dello statista democristiano (celebri le "convergenze parallele"). Il disegno non è sempre eccelso, ma robusto e gradevole.

Un'altra coppia a zonzo nello spazio si trova nella serie Uranella (pubblicata nel 1966 da Edizioni Bianconi). Il fumetto di "fantamagia", come recita il sottotitolo, ha per protagonista la bella principessa scacciata dal suo pianeta dal perfido mago Morbus. Anche in questo caso, non si va oltre qualche bikini particolarmente succinto, asciugamani male allacciati e poco più. Le situazioni scabrose sono evocate e mai esibite, ma poiché non si tratta di una scelta stilistica, la solleticazione della fantasia del lettore è realizzata con ingenuità del tutto inattuale. Il cavalier servente della bionda e dolce Uranella si chiama Antares, big-jim vestito da Robin Hood pronto a trarla in salvo da qualunque situazione. I testi sono di Arnoldo Piero Carpi e i disegni, in cui l'esempio di Forest è particolarmente evidente, di Floriano Bozzi.

Nel 1965 l'editrice Littera pubblica Selene, per i testi di Dadus e i disegni di Marco Rostagno (futuro illustratore di tante copertine di fantascienza) che si firma con lo pseudonimo francese Paul Savant. La creatura lunare somiglia molto da vicino a Barbarella, ma le qualità del disegnatore, allora, erano infinitamente inferiori. Le storie oggi appaiono piuttosto inadeguate. La giovane, adottata da uno scienziato inglese, lotta contro "i padroni dell'universo", pronti a dominare le menti degli abitanti di ogni pianeta per conquistarli dopo aver scatenato terribili guerre.

Deve passare qualche anno (1973) perché con Cosmine l'atomica del sesso, un po' di erotismo vero compaia nel circuito più popolare della fantascienza a fumetti italiana. Cosmine è un robot, ma nessuno lo direbbe date le seducenti caratteristiche fisiche e la grande esperienza amorosa. Collabora con l'umano Jesus, innamoratosi di lei nel corso di una lunga missione nello spazio. Violenza e sesso non sono più tabù, sebbene oggi si trovino contenuti molto più spinti in pubblicazioni non etichettate "per adulti".

Gli albi della Elvipress sono, per la prima volta in questo genere di fumetti tascabili, a colori. Colori accesi, che ingenuamente pretendevano di riprodurre una psichedelica era post-atomica. Cosmine è, di volta in volta, chiamata a dimostrare le proprie infaticabili qualità erotiche e a usare la sua capacità distruttiva (uccide lanciando raggi dagli occhi), in un mondo devastato dalle radiazioni simile a quello rappresentato nel filìm Mad Max. Tra gli autori che, lo ricordiamo, raramente erano citati, Silverio Pisu, Remo Pizzardi, lo Studio Giolitti.