- Attenzione, la flotta sta per entrare nella zona di transizione. Sono previste forti perturbazioni. Tutto il personale non impegnato in compiti essenziali si rechi nei propri alloggi e vi rimanga fino a ulteriori comunicazioni.
- Che cazzo significa?
Imit si stringe nelle spalle. I tre sistemi si alzano ed escono a precipizio. Lo stesso fanno i due Prediletti, cercando di sembrare più dignitosi.
- Passiamo dalla primavera all'estate. - Il sottufficiale, scuro e magro come un topo interrompe il gioco e infila il palmare nella tasca della divisa. - Nei prossimi cinquecento chilometri la temperatura crescerà di sessanta o settanta gradi. Lo sapete no, come è fatto Demait?
- E quindi?
- Quindi nei prossimi giorni ci aspettano le più grosse bufere che riusciate a immaginare. L'unica cosa intelligente che possiate fare è prendere una bella corda spessa e legarvi a qualsiasi cosa che prometta di reggere.
- Sarà un bello spettacolo. - Dice Imit tanto per dimostrare che non è poi così impressionato.
Il sottufficiale non s'offende. Sorride: - Vero. Una cosa fantastica: grandine di anidride carbonica, sabbia e pietre, vento a 400 o 500 chilometri di velocità, fulmini e tornados.
- Reggerà, la nave? - Io non mi faccio problemi, sono davvero preoccupata.
Il tizio si stringe nelle spalle: - Non l'ho mica comprata io. Lo spero. Secondo un mio amico che sta nei Sistemi la Chiodo può reggere a venti superiori ai mille chilometri orari. Basta non prenderli sul fianco. Comunque una cosa è certa: i Vampiri non si alzeranno in volo. Saluti.
Si allontana con la giusta calma, sollevando bene i piedi prima di posarli a terra. Deve aver lavorato a lungo su una nave dei Sistemi: lì nessuno strascica il passo.
- Che facciamo? - Mi chiede Imit.
Chissà se è divertente fare petting in mezzo a una tempesta? Non è una delle fantasie che ho appena squadernato sotto il naso a Imit, ma potrebbe essere interessante. Nel senso di fare esperienza. Tipico pensiero idiota.
- Lasciamo perdere. Ne riparliamo quando saremo arrivati in Estate.
- Peccato. Mi piaceva quella cosa, quella che...
- Senti, adesso andiamo, che ne dici?
- Ti accompagno, ti va?
Sono queste buffe premure che me lo rendono piacevole. Stupida, romantica ragazza.
Attraversiamo una dozzina di condotte e scendiamo tre rampe di scale. Gli elevatori sono per i materiali, i sistemi, i graduati e i prediletti. Aderenti, truppa e modelli possono anche andare a piedi. Noto che le luci sono più basse: evidentemente stanno convogliando energia su stabilizzatori e deflettori. L'idea che la Chiodo possa finire a ruote all'aria come una jeep non mi era mai venuta in mente, ma forse non è da escludere.
Un modello, ce ne sono tantissimi. Questo non è tanto alto e piuttosto corpulento. Ha la barba, nera e un po' brizzolata. Non fa niente. Se ne sta in mezzo al corridoio e guarda verso di noi, tranquillo.
Non ha nessuna divisa e potrebbe anche passare per un uomo, non fosse per tanti piccoli particolari, tipo che non batte le ciglia e riesce a stare davvero fermo, come non ci riesce nessun essere umano. E poi, per esempio, che non ha bisogno di respirare come noi, anche se può benissimo fingere se la cosa risulta inquietante.
Un modello relazionale, di quelli che utilizzano come insegnanti, infermieri o educatori.
- Beh? - Imit si è bloccato. Sta con la schiena appoggiata contro una porta sprangata e tiene gli occhi chiusi.
- Cristo, Cristo, Cristo...
- Che hai? Che cosa succede?
Non mi risponde. - Dif? - Chiama
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