- Dovremo essere accorti - disse senza guardare i due uomini. - La zona è isolata e quindi sarà difficile passare inosservati. Inoltre non conosciamo bene le loro misure di sicurezza.
Alexei aggrottò la fronte. - E' un edificio di vecchia concezione, composto da molte ali staccate. Questo ci faciliterà.
- Non sappiamo che tipo di modifiche abbiano apportato nel tempo, e comunque il fatto che ci troviamo davanti a un istituto secondario non ci fornisce troppe garanzie. Ultimamente è passato sotto il controllo del KWR, e quindi il personale è di prima scelta.
Yuri brontolò qualcosa sottovoce. Se lui, come gli altri, era senza lavoro, lo doveva al KWR, il nuovo apparatchik di sicurezza che aveva inglobato servizi operativi e organismi di controllo con una disinvoltura unica, per poi procedere all'epurazione mirata degli esponenti più in vista a vantaggio dei propri funzionari. Il KGB d'un tempo a confronto era stato un parco divertimenti per bambini.
- Massimo venti minuti per l'accesso e il blocco dei sistemi - riprese Misha. - Dobbiamo evitare per quanto possibile la sicurezza. Non si aspettano certo un'azione di questo tipo e noi sfrutteremo il vantaggio. L'unico scopo è avere il tempo per trasmettere il comunicato dall'interno e costringere la commissione ONU per i diritti civili a interessarsi alla questione.
Sapeva bene che là dentro c'erano molti detenuti politici ingusci e voleva evitare che Yuri e Alexei fossero tentati di procedere con qualche azione personale. Il KWR aveva fatto largamente uso del coma punitivo con i nazionalisti ingusci dopo che la Confederazione aveva esteso il suo protettorato militare ed economico sulla totalità del versante settentrionale del caucaso fino a sud del Terek. Per Yuri e Alexei, nonostante tutto, la libertà dell'Inguscezia non era un obiettivo rimasto sulla carta.
- Solo un paio di detenuti, giusto il tempo per le riprese. Nata_a si occuperà delle procedure mediche - concluse.
- E il giornalista? - chiese Alexei.
- Ci aspetterà al confine finlandese. Ha lui il Com satellitare.
Yuri sghignazzò. - Dovremo fargli da balia.
- Deve trasmettere a ogni costo. Questo è tutto - rispose secco Misha.
La vecchia Chaika nera si allontanò velocemente lungo la strada sommersa dal ghiaccio che conduceva fuori dall'eliporto. La macchina della scorta la precedeva a pochi metri. Lyudin, osservando i vapori di scarico che emetteva, densi e bianchi come nubi, pensò che assomigliavano a oscuri presagi. Si tolse il colbacco di pelliccia riponendolo sul sedile e contemporaneamente passò all'uomo che gli sedeva a fianco una cartella.
- La documentazione, generale... - mormorò sottovoce.
Oleg Karsk, comandante della Terza Sezione del KWR, allungò la mano verso la bottiglia di Starka che spuntava dal contenitore tra i sedili. - E' quella che preferisco - disse. La sua voce era come carta vetrata su cemento. - Invecchiata al punto giusto. Non come quella vodka ucraina che ci passano su al distretto. Non crede?
Lyudin restò immobile, con i fascicoli a mezz'aria. - Non saprei, generale - balbettò.
- Male, per un uomo che è costretto a vivere da queste parti. - Gli strani occhi a mandorla e gli zigomi piatti s'indurirono. - Non sono venuto qui per leggere scartoffie - proseguì. - Sto ancora aspettando un suo ragguaglio.
Lyudin si schiarì la gola. - Quattro emissioni complessive. Gli intervalli sono irregolari, ma la traccia costante per tipologia ed entità. I tabulati dell'elettroencefalogramma non evidenziano nulla di particolare, è qualcosa che va al di là delle possibilità di rilevamento consuete. Solo l'analizzatore di bande ECG riesce a sintetizzare la traccia. Non ho mai visto una cosa simile, signore.
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