Giù. E' di sotto. All'inferno...
- Ciò è davvero inaspettato. - Le sopracciglia del generale Karsk si sollevarono d'un niente.
- Stanno venendo qui! - gracchiò isterico Lyudin. - Stanno venendo qui! - ripeté, incurante dello sguardo disgustato del generale.
- Non si rattristi Lyudin, sta arrivando un ospite di riguardo.
Da principio Misha non vide nulla. Era ancora accecato dalla luce troppo forte; e confuso, con i sensi che non volevano saperne di darsi una regolata. Nata_a stava fissando la porta dell'ascensore richiudersi, l'espressione di desiderio. Un piccolo rigagnolo di sangue si stava aprendo la strada sulla sua bocca, dove un soldato l'aveva appena colpita. Nessuno invece aveva toccato lui, ma del resto era entrato nella stanza quasi strisciando.
Divise. KWR. Addirittura un generale, la cui voce era un mormorìo appena distinguibile. Misha lasciò che gli occhi si abituassero; lentamente, le sagome scure presero forma. Yevgeny lo stava fissando con occhi spenti, le palpebre che ondeggiavano nel liquido denso e schiumoso di colore verde che riempiva la vasca.
Come fa a respirare?
Dalla bocca gli usciva un grosso tubo trasparente, mentre il corpo era interamente ricoperto da ventose collegate a fili che fluttuavano come agli ordini di un invisibile burattinaio. E la testa
Gesù... oh, Gesù...
senza più la calotta cranica, col cervello esposto e palpitante, quasi fosse l'unica cosa viva in quel corpo inerte.
Cercò di rialzarsi. Non ci riuscì. L'urlò arrivò nella sua testa, la forza d'un maglio.
Misha
non sento più gli altri
solo dolore
tanto doloo...
La bocca di Yevgeny si allargò in una smorfia. Alcune bolle d'aria salirono in superficie. Un occhio si chiuse, l'altro ruotò lentamente verso di lui.
Nata_a portò le mani alle tempie e urlò.
La risata di Karsk risuonò nella stanza, simile a un raglio. - Lo so, fa male senza le opportune contromisure. Non eravate certo attesi - disse battendosi l'indice sulla tempia destra, indicando una piccola piastra che lampeggiava attaccata alla pelle.
- Bastardo. - Misha esalò quella parola con uno sforzo incredibile.
- E perché mai, maggiore Borodin? Dubito lei abbia capito cosa stia accadendo qui dentro. - Karsk si voltò verso Yevgeny. - Un'autentica sorpresa, scoprire che il nostro elemento più dotato ha un gemello; ciò apre il progetto a possibilità illimitate. - Il volto del generale tornò a fissarsi su Misha. - Quel che vede qui è la nuova frontiera.
Misha si appoggiò a una sedia e riuscì ad alzarsi, barcollante. - Cosa state facendo a mio fratello? - ringhiò. Lyudin si portò al suo fianco, la pistola in mano. - Non potete, non potete...
- Suvvia, non sia ridicolo - sbuffò Karsk. - Questo posto è pieno di gente inutile, feccia. Nessuno reclamerà mai qualcuno che si vuole solo dimenticare e che sarebbe controproducente dichiarare come proprio parente. Pensi invece a ciò che il nostro lavoro produrrà; qui si stanno creando i linguaggi del futuro, maggiore. L'utilizzo di sostanze adeguate permette di amplificare le capacità individuali, il dialogo uomo/uomo e uomo/macchina non sarà più lo stesso. Pensi, poter irradiare il proprio pensiero, controllare dei mezzi a distanza...
- Chissà perché, ma ho il sospetto che non sarà l'umanità per intero a beneficiare delle vostre scoperte.
Karsk sorrise, niente più che una ferita che si apriva sul suo volto. - Dettagli, maggiore, solo dettagli. Bisogna saper controllare le innovazioni, altrimenti le conseguenze potrebbero essere disastrose. E comunque la sua presenza qui è la testimonianza di come il nostro lavoro sia sulla giusta strada. Suo fratello in qualche modo è riuscito a mettersi in contatto con lei, ed è servito da catalizzatore a tutti gli altri soggetti della sperimentazione. Nei giorni scorsi abbiamo avuto non poche difficoltà nello schermare questo posto. Ancora non siamo pronti - concluse con rammarico.
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