- Devo riattivare i sistemi? - chiese Lyudin inquieto.

- Non ancora, capitano. - Le tre macchie color sangue entrarono con foga nell'enorme stanza che presumibilmente era la loro meta. - Si libera il gatto solo dopo che il topo ha messo le zampe sul formaggio.

E' qualcosa che cresce

dentro

non riesco a controllarlo

brucia

La nebbia si diradò a fatica e Misha tornò nella stanza, senza rendersene conto. Si appoggiò a un tavolo cercando di riprendersi, il cervello attraversato da un fiume di lava incendescente. Tutto il suo corpo urlava.

Yevgeny, urlava.

La stanza sede dell'Alveare era blindata, di forma ovale, e smisurata. Osservò Nata_a lavorare alacremente sul computer di gestione, mentre attivava le procedure per sbloccare le cellule di mantenimento. Ovunque si vedevano i riflessi cromati degli sportelli e i numeri stampati sopra a caratteri sbiaditi. Centinaia di vite erano sospese dietro a quegli spessi sipari d'acciaio.

Reijonen aprì il com e lo girò verso le cellule. Il segnale del collegamento attivato campeggiava luminoso a lato dello schermo. Tutto era pronto per trasmettere. Nata_a toccò l'ultimo tasto e quattro cellule si allungarono verso l'esterno, lasciando sibilare fuori l'ossigeno racchiuso. Tre uomini e una donna ricoperti di un pallore mortale comparvero alla loro vista, simili al contenuto di antichi sarcofagi. Uno degli uomini era ricoperto da chiazze color nocciola, segno che qualcosa nel suo impianto non andava.

La piccola telecamera emise il segnale di via. Reijonen si voltò verso lo schermo, spalancò gli occhi ed espirò.

- A volte ci si trova di fronte a delle scelte; svolte che nascono da circostanze insolite e fortuite, ma che ci offrono l'occasione per fare un passo indietro e guardare la realtà con occhi diversi, rifiutando lo stato delle cose, e quei...

sono qui

fa male

aiutami

- ... crimini perpetrati dall'uomo verso i suoi simili, come il coma punitivo, che non giustificheranno mai il nostro guardare altrove. L'indifferenza ci accusa più di ogni altra cosa. Ed oggi sono qui, in un istituto lager di Moncegarsk, nella Nuova Confederazione Baltica, dove i diritti più elementari non hanno valore, in nome di una stabilità che l'Occidente ha scelto di eleggere come suo massimo principio, a discapito di quegli individui che un tempo si voleva tutelare.

è buio

Misha

l'acqua, è nera

- Guardate alle mie spalle. Queste persone non accettano di scomparire in nome di sottili strategie. Non accettano di essere ignorate e abbandonate. Rappresentano ciò contro cui combattiamo, da quando la sconcia alleanza tra un impero disotterrato e decomposto che marcia al ritmo di vecchi motivi, e una classe dirigente occidentale che ha proclamato l'indifferenza morale come un rispettabile diritto cristiano, si dirigono come buoni fratelli verso...

Misha iniziò a tossire, mentre il pavimento bianco si macchiava del sangue che gli usciva dal naso. Un brivido lo fece piegare in due nonostante percepisse un calore asfissiante che faceva tremare l'aria. Ora li sentiva, volteggiare come fantasmi, la consistenza di ricordi urlati, con i muri che trasudavano nostalgie mai sopravvissute.

E quell'ombra, più forte delle altre, che si lasciava inseguire.

Cominciò a correre per i corridoi abbandonando Reijonen e strattonando Nata_a che lo sorreggeva. In fondo a quel sacrario blasfemo trovarono una porta che si aprì automaticamente rivelando un ascensore.