- Il mondo ha i denti. - replica lui, amaro - Anche se tu non vuoi vederli.

Sono sempre più scioccata. Le mani mi tremano. Lucia è tornata a giocare con Marco. E' già abbastanza grande per capire che parliamo di lei, ma sembra più interessata ai balocchi di mio figlio che ai nostri problemi di coscienza. Io non riesco a smettere di guardarla. Non mi sono mai sentita così male in vita mia.

- Ma perché... perché non se ne sa nulla?

Lui scuote la testa. E ad un tratto è come se dentro di lui una diga si rompesse, e la rabbia e il risentimento che deve aver accumulato per anni ne tracimasse fuori.

- Già. Perché? - ripete con fervore - Sul sito di Genesi 4-10 ci sono megabyte di documenti su casi come quello di Lucia. Perché nessuno li consulta? Gli accessi si contano sulla punta delle dita. Perché? Organizziamo sit-it, marce di protesta, manifestazioni, e poi nessuno, te compresa, ha mai sentito parlare di noi. Perché? Il mese scorso abbiamo tenuto un raduno, con tutti gli attivisti, su Via del Corso. C'era un assembramento, dieci volte più numeroso del nostro, davanti all'Excelsior: si era sparsa la voce che la solista dei Punk Roses fosse in città e avesse prenotato una stanza. Centinaia di persone hanno aspettato tutta la sera che quella stronza di cantante comparisse, prima di capire che era una bufala. E per tutto quel tempo, non ci hanno degnato di un'occhiata. Come se non esistessimo. Perché?

Io non so cosa replicare. Continuo a guardare Lucia come se fosse il simbolo di qualcosa affiorato tra le onde nere dei miei incubi. E continuo a sentirmi male. La mia testa è una mela marcia con un bruco che ne divora la polpa

- Sarebbe comodo accusare la censura. - mormora lui, sempre più amaro - Ma non c'è nessuna censura. Non ce n'è bisogno. La gente, semplicemente, non vuole vedere. Siamo fatti così. Ci siamo sempre rifiutati di riconoscere lo sfruttamento dei nostri vicini, dei nostri fratelli, anche se avveniva ogni giorno, davanti ai nostri occhi. E continuiamo a farlo, ignorando che oggi ci sono persone concepite, fatte nascere soltanto per essere soggiogate, come cavie da laboratorio, come schiavi, come vacche da macello. Per una che salviamo, come Lucia, quei bastardi ne creano altre mille... - ride sprezzante - Sai cosa diceva Bukowsky del senso di colpa?

Scuoto la testa. Non ho più parole.

- Diceva che il senso di colpa è il prepuzio della decadenza. - la sua risata si spegne - Rita, credimi, questa società si è circoncisa da molto tempo... E così oggi tu puoi credere che quanto ha fatto tuo marito sia giusto e che lo rifaresti per tuo figlio. Quando invece la tecnologia per realizzare organi totalmente artificiali è pronta. La bioingegneria potrebbe darci cuori in fibra di carbonio e reni a microprocessore... Straordinario. Peccato che non venga adoperata. Perché? Perché è molto più costosa della Genomica? O perché non ci darebbe come sottoprodotto esseri umani senza diritti, da possedere totalmente, a cui è possibile fare di tutto? Dimmelo tu, Rita: perché?

Ho le lacrime agli occhi. Quasi non riesco a respirare. Lui finalmente se ne accorge. Sussulta e arrossisce. Interrompe il suo sfogo, anche se capisco che avrebbe molto altro da dire. Prende Lucia per mano e si avvia alla porta. Azzarda persino un sorriso.

- Ti lascio, Rita. Grazie per il caffè. Perdonami se continuo a riempirti di angosce: tu hai il diritto di vivere la tua vita come meglio credi...

- Antonio, io...

Lui fa un cenno che forse vorrebbe dire tutto a posto. Ma non lo è affatto.