- Fin troppo bene - ride sottovoce, a denti stretti.
Il lavoro sulla schiena procede più veloce ma giunti a quel punto è sempre più difficile restare impassibile, i nervi sono già sensibilizzati, e saperla tanto vicina e invisibile dà sempre una strana emozione, un miscuglio di timore per quelle mani che potrebbero toccare davvero e non lo fanno mai, e di trionfo, per tutta la loro dedizione di madre onnipotente.
- Finito! - nella voce di Selma vibra la soddisfazione che ha imparato a riconoscere - Sei una meraviglia, peccato che tu non possa guardarti da lontano.
I clienti tacciono, ognuno perso nelle proprie fantasie. Tra qualche secondo la microcamera comincerà la scansione computerizzata del suo corpo. Le immagini singole o l'intera sequenza memorizzata su DVD vanno a ruba. Dividerà con Selma la percentuale sulle vendite e il cachet per l'esibizione, ma come sempre sarà il Kit Cat a fare la parte del leone.
Minuti interminabili trascorrono prima che, finalmente, vengano accesi i piccoli riflettori schermati. I simbionti ancora inerti si svegliano, un pizzicore che non è ancora fastidioso invade la pelle. Pochi attimi di frenetica attività e, da lontano, il suo corpo brillerà come quello di una statua.
- Accidenti! Quasi un'ora di lavoro ed è già tutto sparito - si lamenta Selma, fiera, in realtà, di questa sua arte labile destinata a durare solo il tempo dell'esibizione. "Il bello è fare. Dipingerti, questo mi piace. Quand'è finito non mi interessa più", ha detto una volta. Ma continua a collezionare le immagini registrate, sera dopo sera, per aumentare il suo portfolio virtuale.
Il pubblico applaude, una donna dalla pelle abbronzata piena di piercing preziosi lancia sulla pedana una rosa rossa. La raccoglie e l'avvicina al viso. L'uomo che parlava con Lila studia la scena dal suo tavolo in prima fila. Ha scelto il posto più caro.
Selma scende dalla pedana salutata da altri applausi e grida di apprezzamento. Ora viene la parte più spiacevole.
- Chi solleverà il Velo? - chiede la voce fuori campo di Lila, e il pubblico torna silenzioso. - Chi offrirà di più per sfilare il cappuccio e vedere il suo viso? Fate le vostre offerte!
I nuovi ricordano improvvisamente l'asta annunciata sul programma, gli habitués, anche se non hanno mai partecipato alle offerte, conoscono il rituale. Nessuno dei presenti ha mai vinto, è abbastanza fisionomista da ricordare chi, sera dopo sera, ha offerto di più. No, nessun cliente di questa sera riconoscerebbe la sua faccia se si incontrassero fuori dal Kit Cat.
Le prime offerte sono sempre basse, e vengono immancabilmente da chi si ritirerà dopo uno o due rilanci. Immuni, Collezionisti e i rari Verumani ansiosi di sbattere i propri crediti in faccia ad un Argento aspettano.
- Ultima offerta per dieci - dichiara improvvisamente l'uomo del primo tavolo.
Nessuno osa offrire di più.
Un'asta breve ma molto soddisfacente, di cui il Kit Cat non tratterrà nulla e solo un terzo andrà a Selma. Dovrebbe essere grato al cliente sconosciuto, eppure, quando l'uomo viene a esercitare il proprio diritto, prova soltanto irritazione.
Alto e robusto, non giovane, ma elegante e di bell'aspetto. Un viso dai tratti regolari e marcati, snellito dalla barba ben curata, che non ostenta e non nasconde i segni del tempo. Occhi azzurri semplicemente curiosi.
- Che cosa devo fare, adesso? - la voce è cordiale - Ho agito d'impulso, in un certo senso, e non so bene come comportarmi.
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