Robert Picaro è il Dottore Olografico di Voyager
Robert Picaro è il Dottore Olografico di Voyager
Sotto molti aspetti il futuro immaginato da queste serie appare decisamente migliore di quello che l'umanità si è lasciata alle spalle. Tuttavia sembra che neanche nel futuro mancheranno le guerre: i fabbricanti d'armi e militari di professione gioiscano, ci sarà sempre qualcuno che ha bisogno di un cannone e di qualcuno che lo faccia funzionare.

In DS9 i piani espansionistici del Dominio occupano le difese della Federazione per tutto l'arco della serie. La Voyager nel suo viaggio pluriennale è passata attraverso una gran varietà di conflitti e guerre. Idem l'Enterprise, in tutte le sue lettere. I diritti civili, ed il rispetto dei medesimi, quando c'è una guerra in corso sono sempre una cosa estremamente difficile da mantenere. La guerra, per la sua stessa natura, tende e schiacciarli in nome di cause più o meno nobili. Di solito tanto maggiore è il livello ufficiale di levatura morale di una guerra, tanto più a fondo sono stati nascosti o camuffati i motivi d'interesse reali che l'hanno scatenata. Esempi, sin troppo recenti, non mancano.

In The high ground (I terroristi di Rutia, TNG terza stagione) Picard e il suo equipaggio si trovano coinvolti in una guerra pluriennale che ricorda molto da vicino il conflitto israelo-palestinese. Da un lato abbiamo una fazione che ha grandi mezzi (economici e quindi militari) a disposizione la cui vita quotidiana è avvelenata da improvvisi attacchi terroristici della fazione opposta, che usa una tecnologia molto efficace ma al tempo stesso a lungo andare letale per chi la impiega. Dei veri e propri attacchi suicidi insomma. La Dottoressa Crusher è catturata da questi combattenti e col passare dei giorni capisce meglio la complessa realtà di quello che sta succedendo. La differenza tra un generale e un terrorista è la stessa che c'è tra vincitori e vinti le dice Finn, il capo dei combattenti Chi vince chiama i suoi soldati generali e gli altri terroristi. L'episodio rimane piuttosto bilanciato nel ritrarre la situazione: è evidente che entrambe le parti hanno giustificazioni e colpe in ugual misura. La spirale di violenza che si aggrava continuamente crea sempre più risentimento e voglia di vendetta da parte di entrambe le parti, con sterili e continue reciproche accuse. L'unica strada che porterebbe a uscire dal circolo chiuso sarebbe una bilaterale deposizione delle armi e apertura di un tavolo di dialogo, ma fino a quando il concetto non verrà afferrato continueranno i sanguinosi scontri tra soldati da una parte e terroristi dall'altra. Soldati e terroristi, due parole per esprimere lo stesso concetto di base mancante: la capacità di parlarsi.

Troviamo altri terroristi nell'episodio The hunted (I perseguitati, TNG terza stagione), dove stavolta l'inflazionato vocabolo è appioppato a persone che sono alla fin fine il prodotto della società stessa che ora li combatte. Da una colonia penale fuggono dei prigionieri ed uno, Danar, viene catturato e messo in una cella a bordo dell'Enterprise in attesa di essere riconsegnato alle autorità locali. Sebbene tutti possano vederlo gli strumenti di bordo non ne rivelano la presenza e solo Deanna ne avverte la presenza emotiva. Le investigazioni portano a scoprire che l'uomo non ha precedenti penali e che anzi è stato in precedenza decorato durante campagne militari. La prigione dalla quale è fuggito è in realtà una prigione militare nella quale vengono oggi rinchiusi gli ex soldati che un tempo erano invece eroi di guerra. Perché ? Le risposte del Primo Ministro angosiano che governa il pianeta alle domande di Picard non vanno oltre un vago Motivi di sicurezza interna. In realtà questi uomini sono stati sottoposti a manipolazioni psicologiche e fisiologiche volte alla creazione di una tipologia superiore di soldati, il perfetto combattente. Se da un lato l'episodio per buona parte è una caccia all'uomo di stampo piuttosto convenzionale, e neanche troppo eccitante, costituisce comunque un piccolo ma significativo spunto di riflessione sul problema dei reduci di guerra. La rilocazione a livello pratico attuata nell'episodio è un chiaro parallelo con la rimozione che la società umana opera invece attraverso l'emarginazione. Superando la tronfia logorrea patriottica dei vertici militari si può vedere chiaro l'utilizzo dell'uomo-soldato come semplice strumento: sacrificabile durante le fasi di conflitto (gli alti comandi se ne stanno pur sempre belli al sicuro), inutile una volta che la guerra è finita. Il fatto che la serie di cui stiamo parlando venga dagli Stati Uniti non è certamente casuale; il problema dei veterani di guerra ce lo hanno avuto in varie occasioni, dopo la guerra del Vietnam, dopo la guerra del Golfo, ora diventate le guerre del Golfo. I conflitti a livello politico finiscono, il dramma a livello umano rimane. I reduci sono persone spesso disturbate psicologicamente, tanto più quanto maggiori sono stati gli orrori a cui hanno assistito. Da questo punto di vista tra vinti e vincitori non c'è poi molta differenza. Tranne una forse, neanche tanto secondaria: i vincitori sono di solito più numerosi.