
Nell'universo di Star Trek, grazie alle pluriennali creazioni del mago del trucco Michael Westmore, abbiamo conosciuto e familiarizzato con razze anche nell'aspetto molto diversificate da quella umana. Tanto però per rinfrescarci la memoria della nostra storia recente gli autori di DS9 nella sesta stagione della serie hanno deciso di raccontare una storia basata sul buon vecchio pregiudizio a base razziale e sono venuti fuori con una storia ambientata nell'America degli anni '50. L'episodio è intitolato Far beyond the stars e, come nel caso di Rejoined, è diretto da Avery Brooks, l'attore che interpreta Benjamin Sisko. Il capitano della stazione ha strane visioni e si ritrova nei panni di Benny, uno scrittore di fantascienza nella New York del 1953 che lavora per la mitica testata Amazing Stories. Quando l'illustratore della rivista gli fa vedere uno schizzo di una stazione spaziale circolare che fluttua tra le stelle lo scrittore sviluppa una storia ambientata appunto su un avamposto cosmico del lontano futuro che ricalca in tutto e per tutto l'idea base della serie. Tutti i collaboratori della rivista che leggono la storia la ritengono una delle cose più belle che l'uomo abbia mai scritto ma l'editore rifiuta di pubblicarla a meno che non venga cambiata l'identità del capo della stazione: è infatti improponibile che il personaggio principale della storia sia un negro. Dal futuro della Federazione diamo quindi uno sguardo al nostro passato, oltretutto in un contesto che è anche quello degli appassionati e degli scrittori di fantascienza. E' davvero una bella idea e sebbene l'episodio non riesca poi a concretizzarla in una storia drammatica veramente memorabile rimane la validità dell'intuizione iniziale nonché il divertimento di vedere tutti gli attori della serie (compresi quelli che di solito recitano pesantemente truccati) alle prese con identità alternative. Terry Farrell abbandona per una volta i panni di Dax ad esempio ma al suo personaggio Darlene sono riservati commenti di carattere prettamente meta-filmico: La donna ha un verme nel ventre ? Oh, disgustoso... Interessante, ma disgustoso. Elementi ironici autoreferenziali a parte l'episodio è molto diretto nel messaggio antidiscriminatorio che vuole dare. Alle radici del fenomeno della segregazione e sfruttamento razziale c'era soprattutto la necessità da parte dei bianchi possessori di terre di avere abbondante manodopera al minor costo possibile. Col tempo si era andata consolidando anche tra parte della popolazione di colore che era nata e cresciuta in quelle condizioni l'idea dell'inferiorità razziale, anche intellettiva. Il basso livello di istruzione della popolazione di colore contribuiva non poco al mantenimento di quello stato delle cose, associato chiaramente anche ad un buon grado di violenza verso coloro che manifestavano insoddisfazione (Benny stesso nell'episodio finisce all'ospedale a seguito di un pestaggio). Il movimento di presa di coscienza della popolazione oppressa si emancipa nel Novecento. L'ambientazione nella New York dei primi anni '50 (ottenuta tramite un artificio narrativo di stampo fantastico) permette di raccontare una vicenda umana ambientandola in un contesto storico ben preciso di quel paese in modo che tutti compreso qualche spettatore occasionale possano afferrarne il senso. Il fatto che Benny non solo sia acculturato ma sia anche un appassionato di fantascienza permette di condurre la trama su un binario parallelo che sviluppa sia l'elemento di giustizia sociale che quello delle possibilità speculative offerte dal genere.
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