In Il diritto di essere si cerca di mettere gli eterosessuali nei panni della minoranza rigettata, mettendo in pratica una delle risorse più efficaci a disposizione della narrativa fantastica e fantascientifica, quella del what if...., ovvero: e se le cose stessero diversamente ? Cercare di calarsi nei panni di altri è del resto uno dei modi migliori per cercare di comprendere le diversità di comportamento altrui ma anche le difficoltà che si trovano a dover affrontare persone (esseri viventi, in senso più ampio) che vivono realtà differenziate rispetto alla nostra. Sul pianeta in questione la minoranza perseguitata è quella con tendenza eterosessuale e si chiede quindi allo spettatore di provare ad identificarsi con problematiche che di solito non lo riguardano. Sarà forse opportuno a questo punto chiarire che il franchise della Paramount non si può certo definire impegnato in una politica pro-gay, tant'è che da più parti si sono levate richieste affinché ci fosse finalmente un personaggio apertamente omosessuale a bordo di una delle navi stellari della Federazione. L'attrice Kate Mulgrew, che interpreta il Capitano Janeway in Star Trek Voyager (VOY), si è apertamente schierata a favore di una tale eventualità e ne ha parlato col produttore della serie Rick Berman, ma sinora evidentemente la cosa rimane troppo scottante. Va comunque dato atto alla serie di aver sempre dato supporto ad una visione delle cose improntata alla tolleranza e affrontato l'argomento della diversificazione sessuale e transessualità ricorrendo all'artificio narrativo dei simbionti, creature che vivono all'interno di un corpo ospite appartenente alla razza dei Trill.
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