Splendori e miserie di corpi e universi
E poi, in questa discussione, ci sarebbe la distopia, territorio sterminato a partire da autori come Zamiatin, Orwell, Huxley o da autrici come Katharine Burdekin, passando per le "nuove mappe dell'inferno" di Damon Knight, Frederik Pohl, Dick, Robert Sheckley e William Tenn negli anni Cinquanta, e che arriva fino al femminismo di Marge Piercy e Margaret Atwood, e al cyberpunk di William Gibson e Pat Cadigan. Qui ci limitiamo alla ricerca non tanto della società oppressiva in quanto tale, ma la presenza della diseguaglianza fra i suoi membri, il fatto di affermare quei diritti di libertà per poi negarli a qualcuno.
Anche la trama fantascientifica più tradizionale, è proprio Le Guin a notarlo, può diventare rivelatrice di riflessi culturali di questo tipo. Il suo esempio è un famoso racconto di Larry Niven, Inconstant Moon (1971); c'è la minaccia globale di una tempesta solare, e una coppia di innamorati si salva come tutto il continente nordamericano - un lieto fine, che tace sul fatto che presumibilmente tutto l'emisfero euroasiatico sia stato "arrostito".
Allora diventa fondamentale, più ancora del discorso astratto sulle istituzioni, il discorso sulla concretezza del corpo. Anche questo è un campo sterminato; fra le storie di guerra, basti pensare a esempi recenti come i bellissimi racconti di Lucius Shepard e come i romanzi del ciclo di Ender di Orson Scott Card (tacendo della inquietante fantascienza "militare" di David Drake, Jerry Pournelle, G. Harry Stine, e altri).
Dovendo scegliere, un po' di spazio è dovuto a due nomi, Cordwainer Smith e James Tiptree, entrambi con una biografia strana, che per un poco li vede "dall'altra parte", nel ruolo dei dominatori. Le loro (come Suvin ha detto di Smith) sono forse storie di cattiva coscienza.
Cordwainer Smith, ovvero Paul Linebarger, teorico della "guerra psicologica" e per molti anni consigliere statunitense presso numerosi governi dell'Asia orientale (e a sua volta figlio di un importante funzionario nell'Estremo Oriente-entrambi con un ruolo non sempre chiarissimo), è autore di una fantascienza melodrammatica, dal tono tragico, che Le Guin riconosce fra i suoi ispiratori. Le sue storie sulla "Strumentalità", raccontate sotto forma di leggende future, sono l'epopea di una galassia governata da un'oligarchia di signori della guerra, e allo stesso tempo dichiarano l'inaccettabile intollerabilità dei prezzi pagati per la stabilità di quel dominio. Con molto fatalismo, e la cosa non può sorpendere.
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