Chiaro che il guasto provocato dal fulmine e tutto il resto erano dati fittizi, rientravano nell'esperimento. D'amore si muore dimostra che, come i mutanti, anche altre "creature" (nella fattispecie un'intelligenza artificiale), specialmente se antropomorfizzate, si prestano a interpretare i temi della diversità, quindi dei "diritti". I quali in questo caso non saranno propriamente umani, ma esprimeranno analoghi e magari non facili problemi di etica.

E ancora l'alieno (come in L'altra riva di Aldani) incontriamo in un noto romanzo per ragazzi di Bianca Pitzorno, Extraterrestre alla pari (1979, La Sorgente; ultima edizione: 1998, Bruno Mondadori, Narratori Moderni). Il tema della storia è la condanna dello stereotipo femminile che - come ha scritto Antonio Scacco in Fantascienza e letteratura giovanile, 1988 La Vallisa - "mortifica nella donna ogni spirito d'iniziativa, in concorrenza con quello maschile". Dal pianeta Deneb giunge un preadolescente alieno, nell'aspetto quasi indistinguibile da un preadolescente della Terra. Si chiama Mo, ed è stato invitato a trascorrere una breve vacanza presso una famiglia terrestre. C'è tuttavia un dettaglio fondamentale: Mo non ha ancora un sesso definito, per cui la famiglia decide di considerare Mo un maschio. Il problema è, inoltre, che si pensava sarebbe giunto un denebiano maschio, per cui è stata approntata una cameretta con giocattoli "maschili": ma se poi Mo divenisse femmina?

- Come potresti giocare col pallone, col meccano, col treno elettrico, se fossi femmina?

- Non potrei giocarci lo stesso? - chiese Mo sconcertato. - Mi piacciono assai il veliero e il mappamondo... E poi, signora, non si preoccupi per i giocattoli. Da Deneb ho portato la mia bambola di pelliccia.

Doveva aver detto qualcosa di sbagliato. La donna esclamò in tono d'accusa, pallida di rabbia: - Dunque sei una femmina? E' tutto il giorno che ci prendi in giro. Giochi con le bambole: dunque sei femmina!

Successivamente il sesso del denebiano si precisa: è una femmina. Ma abituata in un diverso contesto privo di stereotipi sessuali, Mo non si sente felice. Deciderà di ritornare sul suo mondo prima che terminino le vacanze e trascinerà con sé due terrestri, Caterina e Maria, desiderose di maggiori spazi di libertà e di autorealizzazione.

La Pitzorno rielabora, in chiave divulgativa e con tono leggero ma pungente, istanze in realtà serissime attinenti a diritti fondamentali della donna, ma non soltanto (a certi condizionamenti femminili fanno da contraltare, benché con maggiori spazi d'azione, inevitabili condizionamenti del maschio); tematiche che ai tempi di Extraterrestre alla pari ebbero un dibattito vasto, spesso acceso.

L'azione del romanzo Partiranno di Luce d'Eramo (1986, Mondadori; rispampato nel 1998) muove dai primi anni Sessanta, allorché sulla Terra giunge un gruppetto di alieni provenienti da Nnoberavez, pianeta a venti anni luce dal Sole. Esteriormente i Nnoberavezi sembrano un incrocio fra un piccolo leone e un castoro, anche se certe loro caratteristiche lasciano perplessi i componenti della famiglia Rodi. La zoologa Paola Rodi, che abita a Roma, se ne ritrova uno in casa, e intuisce che non si tratta di una specie terrestre ignota. Si stabilisce un contatto; i Nnoberavezi hanno un loro complesso modo di comunicare tramite gesti e immagini mentali. Trascorrono gli anni, la notizia trapela. Pare che due o tre alieni siano infiltrati in altre zone della Terra; i Servizi Segreti cercano di snidarli. In realtà i Nnoberavezi sono molto diversi dagli umani e non hanno alcun proposito di conquista. Alla fine si intuirà che c'è, comunque, un enorme "ma", connesso con la particolare biologia di questi alieni. Essi possiedono qualcosa di polimorfico, in grado creare nei loro corpi organi "pianetanti", e quindi anche "terrestranti". Ne risulterebbero, nell'arco di molti anni, creature ibride tra Nnoberavez e Terra. In più essi hanno la proprietà, originaria del loro mondo, di congiungersi con specie eterogenee. Lo farebbero con noi, inserendo nei nostri discendenti una componente Nnoberaveze. Accanto alla razza degli Umani nascerebbe una nuova razza Umano-nnoberaveze, "mostruosa" ancorché dotata di grandi poteri...

Più che commentare il romanzo, a chiarimento dello spirito che anima quest'opera ritengo utile presentare alcuni estratti da un testo autobiografico della d'Eramo, L'alieno e il diverso a partire dalla mia vita (da Io sono un'aliena, 1999, Edizioni Lavoro).