La Terra è devastata e le radiazioni hanno causato la nascita di molti umani mutati con caratteristiche fisiche o psichiche diverse, "mostruose" (il tema era molto sentito in quegli anni, anche nella narrativa d'Oltreoceano, e veniva sfruttato da varie angolazioni; d'altronde il mutante nella sf tradizionale è sempre stato una figura ideale per rappresentare molte caratteristiche del "diverso"). La mostruosità di Charles, il ragazzo sedicenne protagonista della storia di Curtoni, consiste nel non avere un sesso ben definito. Si è nascosto per anni, ma la sua clandestinità s'è fatta pericolosa ed è giunto il momento di unirsi agli altri mutanti d'ogni tipo, relegati nel ghetto di Nuova Parigi. Charles e un suo strano accompagnatore, Ivo, partono quindi verso il ghetto.

Mutante, che parola assurda. La ripeti all'infinito, la rimastichi tra labbra e cervello sino a farle perdere ogni significato; e allora capisci veramente che è solo una parola, un'etichetta cattiva che qualcuno ti ha attaccato sulle spalle per renderti inferiore. Mutante io, mutante Ivo; mutanti tutte le creature che in quel ghetto non ancora intravisto si agitano perpetuamente.

E cosa significa, cosa vuol dire? E' una parte del tuo corpo che non si è assestata secondo l'ordine naturale e ti ha reso diverso dagli altri, ha fatto di te un esemplare unico. Da esibire magari negli zoo che un tempo esistevano per il divertimento e l'educazione di chi è normale.

Durante il lungo percorso sarà proprio l'incontro con un altro umano mutato, l'amore di costui, che farà finalmente scoprire a Charles la sua natura femminile. Lui e Ivo infine giungono al ghetto, ma nel frattempo un progetto di rivolta dei mutanti, che rivendicano la libertà, è stato scoperto e ha provocato la feroce repressione dei normali. La ragazza che ora è Charles non ha più ragioni per restare: con Ivo, riprende la via per la casa paterna. La storia si chiude con un capovolgimento di prospettiva dal violento impatto, aperto a più significati.

Il romanzo è in sostanza la storia di un viaggio di iniziazione, ricco di meraviglie ma soprattutto di orrori. E' l'unica opera lunga dell'autore, e resta una tappa insolita nel panorama della nostra fantascienza, svolta in una prosa personale vagamente onirica, a volte lirica, con riferimenti all'universo rock, e carica di simboli "forti" di vario genere.

La fantascienza, sappiamo bene, non è solo carta stampata: ci sono cinema, fumetto, tv, e c'è (meglio: c'era) la radio. Spesso, RadioRai nei trascorsi decenni presentava sceneggiati di pura fantascienza; buona abitudine dimenticata. Uno di questi fu D'amore si muore di Luciano Torrelli, trasmesso da Radiotre il 2 aprile 1979.

Protagonista è un'intelligenza artificiale, il computer OTTO: un sofisticato elaboratore che sovrintende al controllo e alla gestione di fonti energetiche e dei servizi di vaste aree di una metropoli. Una sera, OTTO apprende che per un blackout causato da un fulmine è saltato un semaforo, provocando una serie di tamponamenti e una vittima: il suo programmatore e istruttore Mike Del Lago, col quale OTTO ha sempre intrattenuto un assiduo contatto. Nel caso di OTTO, questo dato viene valutato in modo ben diverso da quanto farebbe un semplice computer, perché il rapporto con il suo programmatore si è potuto sviluppare, nel tempo, oltre la fredda razionalità di una macchina.

OTTO Mike è morto. Stava venendo da me come ogni sera, ed è morto. A causa del fulmine, l'intera rete è entrata in un circuito a cascata coinvolgendo il sistema delle centrali che alimenta la città. Questo guasto si potrebbe risolvere in un'ora, ma la morte di Mike mi toglie ogni motivazione. Ho deciso che interromperò il passaggio di energia dal generatore che mi alimenta. Così, tutto si fermerà.

Prima che riescano a riprogrammarmi ci vorrà almeno una settimana, ma sarà troppo tardi: un terzo della città sarà stato distrutto dagli incendi, e si aggiungeranno il freddo, la fame, l'assenza di soccorsi. Ma allora, almeno, non soffrirò: col nuovo programma avrò un'altra memoria, non ricorderò nulla di ora, non ricorderò di Mike... Stop. Addio, Mike...

MIKE (al telefono) Pronto... Sì, l'esperimento è perfettamente riuscito... OTTO si è disinserito da solo proprio ora: è stato patetico fino all'ultimo! Sì, il "programma affettivo di 1° tipo" funziona, possiamo dire che è finalmente possibile programmare sentimenti in un computer. Possiamo anche condizionarlo ad autodistruggersi... E' stato un vero suicidio... E' proprio vero: d'amore si muore!