E' il momento della premiazione: Ernesto Vegetti cerca di catalogare, come sempre impeccabile, i tre vincitori, ma ci riesce solo con il terzo e con il secondo; il primo, Massimo Citi, gli manca. Al momento di chiedere i dati e l'immagine di copertina, la sorpresa: è il padre di quella bambina così intraprendente che ci aveva fatto accapponare la pelle chiedendo quali siano le forme di tortura più usate. La sorpresa è dovuta al fatto che il racconto del papà, "Il perdono a Dio", con la tortura non ha proprio un granché a che fare, a meno che non si voglia considerare come tale la guerra, e forse non saremmo del tutto fuori pista.
Mi precipito a fare le congratulazioni al vincitore, e scopro con soddisfazione che ha letto il mio articolo su Musica! dedicato alla giornata modenese. Faccio la doverosa ruota pavonesca, prima di rendermi conto che tutti si stanno facendo firmare qualcosa: Nessuna giustificazione da Enrica Zunic, ClipArt da Elisabetta Vernier, Goliath da Alberto Cola... ma nessuno ha una copia di Musica! da far firmare a me! Ma come, e il diritto al quarto d'ora di celebrità che fine ha fatto? Per riprendermi dal trauma, passando accanto al banchetto di Amnesty International che ha collaborato con l'associazione Archeosofia alla realizzazione della giornata, mi accingo ad annegare i dispiaceri tra patatine e torte di varie forme e, soprattutto, di vari - e ottimi - sapori, dirigendomi a passo spedito dove tutti si stanno già precipitando: diritti al rinfresco.
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