Il massiccio, e spesso smodato, uso della immagini generate al computer (CGI) negli audiovisivi contemporanei ebbe le sue radici sul finire degli anni '70, col progressivo affinarsi di quelli che allora erano i primi programmi sviluppati a tal proposito. Superman di Richard Donner è il primo film con i titoli di testa creati con l'animazione digitale. Star Trek II - L'ira di Khan è il primo film che ha un'intera sequenza (quella della rinascita del pianeta Genesis) visualizzata sullo schermo di un computer e poi trasferita su pellicola. Ma il primo film a fare un uso esteso e programmatico delle immagini sintetiche è stato Tron (1982). Non è solo un abbellimento visivo: la storia stessa si svolge per buona parte all'interno di un computer per cui l'uso di quelle nuove tecniche era anche al servizio della vicenda che si intendeva raccontare.
"Intrappolato in un mondo irreale per distruggere le video-forze che egli aveva creato."
Il progetto di realizzare il film venne proposto dagli ideatori all'attenzione di vari Studios ma alla fine fu la Walt Disney Pictures che accettò la sfida e decise di finanziare il costoso progetto. Il cervello che aveva partorito l'idea era quello di Steven Liesberger, newyorkese classe 1951 con una laurea in Belle Arti. Il suo passato da animatore tradizionale (si veda il film Le olimpiadi degli animali, 1979) gli servì per la realizzazione del promo dimostrativo realizzato per rendere visivamente un'idea, seppur parziale, di quello che aveva in mente. In effetti perplessità iniziali ci furono soprattutto riguardo alla fattibilità del progetto. La Disney decise di affidarsi all'esperienza di Harrison Ellenshaw, esperto degli effetti speciali che per la casa di Topolino aveva appena lavorato per The black hole - Il buco nero. Il supporto di Ellenshaw si dimostrò decisivo per ottenere il "si" e i finanziamenti, il che fu abbastanza una sorpresa per il regista. A prima vista poteva apparire un controsenso che la maggior produttrice di film animati realizzati con tecnica tradizionale avesse interesse a sviluppare un mezzo che andava esattamente nella direzione opposta, ma la compagnia sul finire degli anni '70 non attraversava certo uno dei suoi periodi più floridi ed era alla ricerca di altre strade su cui indirizzare il proprio sviluppo, anche dal punto di vista tecnologico. Già all'inizio di The black hole - il buco nero si fece uso di animazioni al computer, seppur in maniera molto contenuta. Tron rappresentava il balzo in avanti ed era sotto molti aspetti ne più ne meno un film sperimentale. Il primo film animato della casa a ricorrere alla grafica computerizzata sarebbe stato, nel 1986, Basil l'investigatopo.
In Tron al centro della storia c'è Flynn, programmatore di software per videogames in lotta contro la Encom, una potente società d'informatica il cui direttore, Dillinger, ha fatto passare per suoi alcuni programmi in realtà creati dal giovane tecnico, che è anche un ammirato campione di videogiochi. Le prove di tale truffa sono ben nascoste nel megacervellone della ditta, il Master Control Program, che fa anche da cane da guardia alla banca dati grazie ad un avanzatissimo sistema anti-intrusione che rende vani i numerosi tentativi che Flynn fa per cercare di recuperare le proprie creazioni. Viene aiutato da Bradley e Lora, dipendenti della ditta che hanno subodorato che Dillinger non è esattamente un esempio di onestà. Una notte il trio si introduce nella sede cercando di forzare il sistema. Mentre è seduto al terminale alla ricerca del codice d'accesso Flynn è osservato tramite un occhio elettronico dal malefico MCP, che - vedendo che gli sforzi dell'intruso stanno costituendo un pericolo troppo grande - aziona un potente raggio laser che, nell'ordine: immobilizza il povero Flynn, lo scompone in ascisse e coordinate, lo digitalizza pezzo per pezzo, lo trasforma in codice numerico e lo ricompone in forma di energia all'interno dei circuiti integrati che costituiscono il suo universo. L'umano scopre con sua grande sorpresa che i programmi realizzati da lui e dai suoi colleghi hanno dato vita ad una vera e propria nuova razza di esseri la cui esistenza consiste nell'eseguire gli ordini che vengono impartiti dal programma in funzione. Nel caso dei videogames questi esseri virtuali devono combattere senza sosta, giocandosi l'esistenza in base alle sfide proposte dal gioco stesso. La presenza dominante ed intrusiva del Master Control lo rende quasi un dittatore, il che crea di conseguenza la nascita di programmi "ribelli" che vorrebbero liberarsi. Flynn si allea con due di loro, Ram e Tron (quest'ultimo l'alter ego virtuale di Bradley), e dopo una rocambolesca fuga a bordo di motociclette virtuali i tre riescono a raggiungere una sorta di zona franca periferica nella quale i guardiani volanti al servizio del MC non riescono ad infiltrarsi. Durante la sua permanenza in questo freddo universo elettronico Flynn fa anche la conoscenza di Dumont, l'anziano guardiano delle comunicazioni, e Yori, versione digitale della programmatrice Lora. Anche Dillinger ha naturalmente un proprio equivalente in questo universo, il malvagio Sark a bordo della cui Fortezza Volante si svolgerà il duello finale...
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