James Bond sugli schermi
Sabato 6 ottobre 1962, la platea del Pavillon di Londra assiste alla prima di Agente 007 Licenza di uccidere (titolo inglese: Dr. No). Non ci si trova davanti a un mito già confezionato. Ma in Gran Bretagna e negli Stati Uniti James Bond era già un personaggio popolare. Ian Fleming aveva inventato il suo agente segreto nel 1952, per superare l'impatto del suo matrimonio con Lady Ann, già moglie del magnate della stampa Lord Rothermere, impresa non facile per uno che aveva resistito da scapolo fino a 44 anni. Il romanzo d'esordio fu Casinò Royale, in cui 007 vince al baccarat contro un sadico agente russo, Le Chiffre. Fleming ne cedette i diritti alla rete televisiva CBS e il 21 ottobre 1954 fu trasmesso negli Stati Uniti con riprese dal vivo in telecamere, nella serie Climax Mistery Theatre. James Bond divenne un detective yankee interpretato da Barry Nelson, il primo vero volto di 007. Suo antagonista, il grande Peter Lorre. Fleming comunque voleva ben altri risultati per il suo eroe. Nel frattempo sfornava altri libri della serie. Finché entrarono in scena Albert Broccoli e Harry Saltzman, che si accinsero all'impresa di produrre il ciclo di Bond.
Agente 007 Licenza di uccidere fu ciò che in gergo si definisce uno sleeper, alla lettera "dormiente". Un film che parte senza clamore e gradualmente decolla. Il secondo, A 007 dalla Russia con amore, ebbe il maggiore incasso del 1963 in Gran Bretagna. Dopodiché, le pellicole di James Bond conquistarono anche gli Stati Uniti, il vero grosso mercato del cinema in lingua inglese. Con Goldfinger scoppiò in tutto il mondo il fenomeno 007. Furono messi in circolazione prodotti ispirati all'agente segreto: incominciò il merchandising, lo sfruttamento commerciale dell'immagine. Questo anche perché i film diventavano sempre più spettacolari. Apparivano i gadgets, congegni a metà strada fra l'umorismo e la fantascienza, che il vecchio "Q" della sezione armamenti passava a Bond.
E' nei film che James Bond ha fissato il proprio canone. Avversari crudeli ed esteti fino al maniacale, donne non solo bellissime e disponibili ma anche interessanti nel loro porsi, trame a ridosso dell'apocalisse salvo scioglimenti dell'ultimo minuto, scenari favolosi che neppure il turismo esotico di massa priva del loro fascino.
007 è tutto in questo. Ha superato senza scalfitture le stagioni dell'impegno politico e del femminismo e ha messo a tappeto yuppies criminali negli anni '80. Si è creduto che l'identificazione Bond/Connery fosse la condizione insostituibile per incantare il pubblico. Invece il personaggio ha tenuto anche quando è passato a Roger Moore, a Timothy Dalton e a Pierce Brosnan. Quanto all'australiano George Lazenby, 007 solo per una volta in Al Servizio Segreto di Sua Maestà, fece colpo quanto gli altri e il film non fu un fiasco al botteghino come erroneamente affermato da alcuni.
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