Il televisore si spense insieme a tutte le luci della casa. La signora Barnes provò più volte a riaccenderle, ma l'impianto elettrico era inequivocabilmente defunto. A tentoni raggiunse il telefono e chiamò il cellulare del marito.
- Qui parla Jessica del CCT. - rispose una voce di donna - Mi spiace, il numero da lei chiamato non è raggiungibile. Le consigliamo di richiamare più tardi.
- Il CCT? - ripeté lei, confusa - Ma io ho fatto il cellulare di mio marito!
- Le aziende telefoniche ci hanno subappaltato il servizio di call center. - spiegò l'operatrice, col tono di chi sta per raggiungere l'orgasmo. - Vuole per caso conoscere l'ora esatta? O l'oroscopo? O il pensiero quotidiano del Santo Padre? O le previsioni meteo sul Burundi? O...
- Manca la luce su tutto Viale de Giardini. - l'interruppe la signora Barnes - Che succede?
- Attenda in linea, prego.
La signora Barnes attese mentre la cornetta suonava le Quattro Stagioni di Vivaldi, e poi la Capricciosa e l'Ortolana dello stesso autore (vedi spartiti nel mio libro "Anche tu concertista"). Stava per riattaccare quando il portoncino venne giù di schianto sotto una pressione pari a ottantasei virgola tre chilogrammetri per centimetro quadro.
Due decimi di secondi dopo, l'inevitabile banda di negri e/o portoricani e/o colombiani e/o calabresi fece irruzione nell'appartamento, con gli inevitabili propositi che queste gang subumane covano nei confronti della brava gente borghese (tipo farsi la donna bianca e mangiarsi suo marito se protesta): com'è noto, difatti, un black-out è il tipico momento in cui le classi inferiori alzano la testa e sfogano i loro istinti bestiali.
In sei secondi e tre decimi la signora Barnes si ritrovò ignuda come un capitone nelle mani della banda, che cominciò senza indugio a sottoporla a un trattamento alla Arancia Meccanica. Dalla cornetta del telefono, che pendeva nel vuoto con oscillazioni di undici gradi virgola sette intorno all'asse centrale, la voce registrata continuava a ripetere:
- Si prega di attendere in linea per non perdere la priorità acquisita. Si prega di attendere in linea per non perdere la priorità acquisita.
3 - Bernie Zlott, comodamente
Bernie Zlott, comodamente seduto nel suo ufficio al centesimo piano di Largo Colombo, ascoltava soddisfatto il rapporto del metaresponsabile parallattico trasverso del settore 4bis.
- La frequenza delle chiamate sta superando i dieci hertz, signore. Ed è in crescita. Tra un po' saremo a corto di operatori...
- Nessun problema, Bill. C'è una fila chilometrica di disoccupati che aspetta solo un nostro fischio: laureati in lettere, diplomati, ragionieri, operai Fiat, consiglieri RAI, aspiranti veline trombate alle selezioni, giudici di Milano, ex-leader del centrosinistra, scrittori di fantascienza non pubblicati... Presto o tardi tutti bussano a questa porta. L'operatore di call center è il mestiere del futuro, non lo sapevi?
- Ma le linee reggeranno il sovraccarico?
- Puoi giocarti i coglioni, Bill. Quel geniaccio di Ed Barnes sa il fatto suo: finché saranno alimentati, i sistemi che Ed ha tirato su continueranno a pompare come il primo giorno.
- Appunto, signore: l'alimentazione. Non siamo già oltre il limite di assorbimento?
- Dimentichi che la società Elettrica è mia, Bill: i soldi restano in famiglia. E poi, col ricavo di questo contratto, adesso posso comprarmi anche la società Acqua Potabile, così la rendita raddoppia.
Il metaresponsabile ecc. aggrottò le sopracciglia. - Non discutevo l'aspetto economico, signore: ipotizzavo un sovraccarico generale. Non rischiamo di far andare in black-out l'intera città?
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