Una convention con tanti pregi e nessun difetto? No, una piccola critica mi sento in dovere di farla riguardo al rispetto della tabella di marcia. Va bene che Deep Space One sta uscendo ora da un periodo un po' travagliato, ma per il prossimo anno è auspicabile un più attento e rigoroso rispetto degli orari del programma.
"Un mondo senza Star Trek?" si chiedeva l'editoriale del numero scorso.
Bella domanda.
Senz'altro non sarà per la prossima stagione televisiva (parlo degli USA, naturalmente) perché Enterprise ha già avuto luce verde per la terza stagione, non foss'altro per motivi eminentemente economici ("Remember: Paramount is the ultimate Ferengi" ammonisce Lolita Fatjo di quando in quando). Tre stagioni sono, infatti, il minimo per poter andare in syndication, ovvero per poter vendere la serie ai canali indipendenti che la possono trasmettere a piacimento, entro certi limiti stabiliti dal contratto di syndication. Secondo i più pessimisti, Enterprise potrebbe chiudere con la terza stagione per raggiungere questo limite minimo.
C'è un'altra possibilità, ovvero quella (auspicata dal sottoscritto) di un cambio al vertice che porterebbe la serie su altri binari, possibilmente con l'aiuto di scrittori "freschi". Se ci fate caso, infatti, molti (troppi!) episodi di Enterprise sono scritti da Berman e Braga, un caso unico tra le nuove serie di Star Trek. Questo significa o che il team degli scrittori è esiguo, oppure che le due persone in questione impongono troppo le loro idee sul team (senza contare il fatto che, in base agli accordi dei sindacati dello spettacolo, gli autori della storia prendono un sacco di soldi di compenso e vengono pagati relativamente tanto per ogni replica dell'episodio). Qualunque delle due ipotesi sia vera, ammesso che una delle due lo sia, è un fatto che Enterprise stia soffrendo di una notevole crisi creativa, che sfocia in mezzucci di bassa lega per fare audience, quali, fra gli altri, le tutine aderenti, l'ufficiale rubacuori e i Borg.
Speriamo, quindi, in un futuro migliore, del resto è questo quello a cui Star Trek ci ha abituati.
Da ultimo, vorrei scusarmi con i miei "venticinque lettori" per la mia latitanza dagli ultimi numeri di Delos. Allo scopo di chiarire una volta per tutte ogni tipo di dubbio, vi assicuro che l'assenza di questa rubrica negli ultimi numeri è stata dovuta esclusivamente a impegni di lavoro. Mi scuso di nuovo, ringrazio e saluto tutte le persone che mi hanno chiesto perché non scrivessi più per Delos e vi prometto di fare il possibile per non saltare più nessuna uscita.
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