- ... Uhm....
- Ci stai sentendo? Ricordi il tuo nome?
- ..Sì....Uhmm... Chi?
- Bene. Puoi dirci il tuo nome?
- ...Nrrr... Chi... è?
- Sono il professor Siukevich. Puoi raccontarci cosa senti?
Terrore vicino. Dentro, terribile e freddo. Vibrazione di battaglia impossibile, pressione di fuga avvinghiante. Istinto per divorare me stesso: l'altro dentro di me. Tensione insostenibile, caccia feroce.
- Sedativi. Somministrare ancora per qualche giorno.
Il professore osserva il coccodrillo che si agita e rotola nella vasca dove accorre un gruppo di assistenti. Continua alzando il sopracciglio:
- Una crisi di astinenza. E' normale, la supererà.
L'ampia piattaforma si protende sulle paludi con tavolati, vasche e strutture in cemento. Sovrastata dai laboratori, gli uffici e le aule, assorbe l'ultimo sole caldo del giorno che distribuisce l'arancio carico sulle nuove increspature delle acque, sulle vetrate e sull'ultimo cielo bagnato dalle paludi..
L'aria fresca apre i polmoni e allontana la caligine dai ricordi. Mi hanno operato. Ho una menomazione enorme. Un animale schifoso mi alita dentro. Un innesto di zampe, di coda di coccodrillo. Sono io. Una cupa rabbia assurda incolore mi sbudella lo stomaco. Mi sgorgano lagrime. Sono io menomato e abbracciato all'anima di un coccodrillo strisciante dentro una piscina odorante di terra e di erba.
Posso muovermi sul letto. Posso scendere e camminare nella notte. Si accendono spie rosse. Dalle vetrate due infermieri mi osservano arcigni e annoiati. Ho ancora addosso i miei vestiti. Cosa penserà Flane di me?
Desiderio di balzare in avanti sbranando e trascinando nel fondo.
Freno il respiro e il battito di un organismo impazzito in una tensione spasmodica focalizzata su due infermieri che si muovono appena aldilà della superficie trasparente. Attendere. Disteso con l'occhio fisso alla preda.
Entrano con apparecchiature in mano. Innestano metallo alla mia schiena.
Balzo feroce violento stringo e trascino l'attrezzatura che spacca il viso all'assistente. Trazione e spinta improvvisa distruttiva verso il secondo infermiere. Balzo verso la superficie trasparente dietro l'esplosione di vetri colpiti dall'attrezzatura. Volo verso il mercurio della notte.
L'acqua ha l'odore dell'erba.
Grida dall'alto, nuoto violentemente sotto la superficie. Istinto di respirare. Istinto di andare sotto. Abbandono i miei vestiti nel fondo e scivolo tra le erbe e le canne che mi accarezzano e mi raschiano. Fari accesi, motori accesi mi seguono. Battito dell'ecoscandaglio sull'orecchio. Aderisco al fondo. Sento del metallo, forse un filo, premere sul mio pene. Provo a toglierlo. Debbo respirare. Ora.
Mi sono addosso. Mi sollevano e mi trascinano a terra. Due mi tengono per le braccia scivolose. Una torcia mi percorre indiscreta soffermandosi sugli slip. Mio Dio. Flane! La spilla!!!
- Professore, somministriamo un calmante?
Si avvicina molto lentamente di traverso illuminandomi il volto. Scandisce sussurrando:
- Un attimo. Quale migliore prova della riuscita del nostro esperimento? Un tranquillo saxofonista trasformato in un feroce guerriero. Puoi dirmi cosa senti, ragazzo?
Facendo scivolare le braccia allungo di scatto la mano verso la spilla strappandola e, premendo una perlina qualsiasi, la infilzo in faccia al professore e immediatamente dopo in quelle dei miei carcerieri. Salto sulla loro barca, scappando da grida disumane, per una direzione qualsiasi lontano dalla clinica del professore pazzo. Blatz! Maledizione Blatz. Ci sei solo tu che potrai aiutarmi. Dovrai scoprire la mia menomazione. Adopereremo le strutture del professore per correggere quello che lui ha fatto. Lo faremo fuori, se non l'ho eliminato già io e prenderemo tutte le sue maledette macchine per rimettere tutto a posto, Blatz. Questa volta non puoi lasciarmi nella merda Blatz.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID