Su un banco si accendono luci e monitor. L'uomo si avvicina con un cavo dondolante in mano. Me lo fissa alla barretta metallica e inizia il contatto.
- Mi senti, figliolo? - La voce stentorea di Blatz! La riconoscerei tra mille.
- Ce ne hai messo, figlio di puttana, a darti da fare. Sono mezzo morto in un canneto. Se nessuno mi va a prendere ci lascio la pelle.
- Voi dire... aspetta...Chi...
- No. Non c'è da aspettare niente. Seguitemi con una barca. Portate coperte e medicine. Ha patito tantissimo freddo.
- Presto, prendete una barca - sbraita Blatz agli altri.
Mi seguono e non sono stanco di spingere l'acqua. So che tra due isole troverò il mio corpo o un freddo cadavere.
Lo sollevano con cura, lo avvolgono in una coperta, ripartiamo. Remano con forza.
- Qui ci vuole tutta l'attrezzatura del professore. - Blatz continua a lisciarsi il mento mentre mi collega.
- Sarà difficile. - Lo prevengo. - E' stata distrutta da quelli che ci hanno liberato. Una banda.
- Sisik? Impossibile. Sono stati sterminati. Chi erano?
Non sapevo rispondere e non mi ero mai posto il problema.
- Forse lo sa Lui. Cioè io. Blatz, mettimi in contatto con lui. Cosa aspetti a collegarlo.
Con l'aiuto di gente che continuava a guardarmi schifata, stava rimettendo in funzione in tutta fretta una cella di condizionamento togliendola dalla polvere tra gli altri rottami. Ci infilarono il mio corpo per riscaldarlo e ossigenarlo. Mi accostai al coperchio trasparente per vedere il corpo coperto solo da uno slip pulito bianco con una spilla di perle verdi infilata nella banda elastica. Attesi per vedere il colore ritornare sul viso, dovetti ritirarmi per far posto a quelli che portavano altre bombole di ossigeno: veramente stretto il laboratorio di Blatz per un bestione con una enorme coda.
- Se ho capito - e continuava a grattarsi la testa mentre mi scrutava il capo, - se ho ben capito hanno trapiantato la parte destra del tuo cervello su questa bestia. Un bel lavoretto, certamente.
- Blatz, cosa dici?
- No, forse hanno fatto un mix.
- Blatz, quanto ci vuole per rimettere tutto a posto? Quanto, amico?
- Eh! Quanto. Si fa presto a dire tutto a posto. Bisogna vedere. Questo è un lavoro da nanorobot! Mio caro, dove li trovo io i nanorobot? Non è uno scherzo!
- Blatz! Bisogna fare tutto prima che se ne accorga Flane. Non voglio che mi veda in questo stato. Perché non mandi a vedere se si è salvato qualcosa nel laboratorio del professore?
Dietro il capoccione di Blatz ogni tanto si affacciava un viso consunto e occhialuto: non era la prima volta che lo vedevo e non mi risvegliava bei ricordi.
- Brutte notizie, ragazzo. Il cuore ha ripreso ma il cervello oramai è poltiglia. - Borbottava l'amico scrutando il monitor della cella. - I polmoni riprendono bene ma poche speranze per il resto.
Battendogli due colpetti sulle spalle l'omino gobbo e occhialuto sussurrò qualcosa all'orecchio di Blatz che trasalì.
- E' vero! Il farmacista ha ragione! Puoi andarci tu a riprendere il nostro laboratorio. A te i coccodrilli non daranno noia! Dovrai fare sì una bella nuotata, non è a due passi. Ma non è molto profondo: una ventina di metri. Tu ci riporti gli attrezzi del laboratorio allagato, noi ti rimettiamo a posto e avremo di nuovo il nostro laboratorio. - Si fregava le mani e batteva delle pacche sonore sulle spalle del farmacista che dondolava instabile ma sorridente.
Flane e quelli della palestra sono attenti davanti allo schermo con Mikail:
- Si è riconnesso. E' nel laboratorio di un certo Blatz. Ha due collegamenti. Alcune funzioni compromesse.
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