Zhang Hua stira bonariamente la pelle del viso in un sorriso. - Potevi rifiutare, ed esercitare il tuo diritto ad abbandonare la discendenza.
- E lasciare le mie proprietà a due squali come voi? Tre è il numero perfetto e dovrete sopportarmi ancora per molto, garantito; la vita è lunga a Shangrila. E non fate quelle facce preoccupate, siete miei ospiti e nel mio palazzo non c'è spazio per la tristezza.
- I tre anni, come sempre, passeranno molto presto. - Sento la testa leggera. Il vino e i profumi di cui si circonda Ariel sono uno specchio della sua fragilità, che a volte facciamo nostra. - E' necessario pensare al futuro, programmare. Sono arrivate tre offerte: Zanzibar, Nanchino e San'a. Non possiamo attendere a lungo.
E' strano, una volta cercare nuove destinazioni mi riempiva di eccitazione, ora non più. Pronuncio i tre nomi come fossero insetti da catalogare, senza passione. Non riesco a staccarmi dall'immagine di una Vienna capace di congelare i miei slanci, quasi rappresentasse un passo definitivo.
Ariel sbuffa uscendo dalla vasca, i muscoli che guizzano poderosi sotto la pelle abbronzata. Mi chiedo quante volte si sottoponga alla rigenerazione, e cosa ciò possa comportare per il suo fisico e la sua mente. Al contrario Zhang Hua ha l'aspetto di una pianta secolare, dove sulla sua corteccia è possibile leggere la nostra storia. Mio padre mi raccontava che era così già quando lui era giovane, e non riusciva a spiegarsi come potesse reggere così a lungo sconfitte e vittorie, senza pause. Il problema non è il corpo che invecchia, ma lo spirito che si usura.
- Non so voi, ma io ho tutta l'intenzione di godermi questo posto per un po', anche se può offrire ben poco.
Una ragazza costrutto compare da dietro una colonna e copre il corpo di Ariel con una vestaglia. Lui l'abbraccia impedendole di andarsene.
- E per il momento ho altro da fare che stare a vagliare dati e prospettive economiche. So che sarete molto efficienti in questo, chiamatemi quando avrete terminato. Per ora sappiate che delle tre possibilità non so davvero quale sia la peggiore.
Restiamo lì, io e Zhang Hua, immobili, seguendolo con lo sguardo mentre si allontana tra le arcate di marmo, senza smettere per un istante di ridere e prendersi gioco di tutto.
Infine, la primavera ci sorprese.
Shangrila splende e pulsa nella piena luce del sole, finalmente ultimata, sorretta dalle sue fondamenta impossibili e vicina a quel cielo che, all'interno delle nostre mura, dista soltanto la metà.
Questo versante della collina è ancor più bello di quello orientale che guarda alla cascata. Degrada come un'onda verso il basso, perdendosi in giardini e fontane, boschetti e piscine, ognuna col suo segreto da scoprire.
Il vestito scivola sulla pelle di Tangi come un bacio. E' impaziente ed eccitata e la festa di primavera, che segna l'apertura del nostro mondo, riesce sempre a coinvolgerla più di qualsiasi altra cosa. La sua bramosia di vivere è contagiosa.
- Abbiamo tutto il tempo - le dico.
Lontano, oltre le mie proprietà, colonne di fumo colorato s'innalzano nel tepore immobile dell'aria. Scintille si agitano all'interno, disegnando piccole costellazioni. Il richiamo di Zhang Hua.
- Lo so, ma non voglio perdermi niente della festa. Oh Matias, è una delle poche volte che posso uscire, lo sai.
- Tu puoi uscire ogni volta che vuoi, se lo vuoi.
I suoi occhi s'imbronciano, scherzosi. - E' necessario ci sia qualcosa per cui valga la pena farlo. E questa è una di quelle. Te ne stai lì come se fossi chiuso in gabbia. Non sei curioso di sapere cosa nasconde quell'enorme sfera coperta che ha preparato Ariel?
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