- Alonzo dice che Sanpazzo non è pericoloso - protesta Jula in tono brusco. Non è solita farlo, e la sorpresa schiude le labbra spaccate di nonno Fem, costringendolo a ingoiare una boccata di fumo per non strozzarsi. Jula approfitta del gorgoglio di disgusto del nostro vecchio precettore per completare la replica. - Alonzo dice che il Santone Luminoso non viene dalla nube pesante che copre le pianure, che non è un nomenclato disertore, ma uno delle montagne, come noi, e che non deve l'alone alle cariche elettrostatiche assorbite in pianura, bensì alla sua santità. Dice che l'aurea di Sanpazzo non uccide, semmai guarisce.

Nonno Fem ha ritrovato in fretta contegno e ritmo di pipata. - Dovrò farci due chiacchiere con Alonzo il lepraio, dovrò farlo presto - sibila minaccioso, roteando gli occhietti vispi e spolverando con il polpastrello dell'indice la tesa del copricapo scudo. - E adesso smettetela con le proposte sceme, e concentratevi nello studio. Non mi stancherò mai di ripeterlo: soltanto una perfetta conoscenza della Materia vi permetterà di difendervi, di respingere i condizionamenti elettromagnetici; finché non sarete in grado di costruire da soli uno scudo respingente e di ripararlo in caso di guasto, non appena fuori della zona protetta sareste due pulcini indifesi in balia della prima scarica induttiva di passaggio.

Il nonno ha un'espressione terribilmente severa, e questo vuol dire che i miei progetti d'avventura stanno andando a rotoli. Ma forse non è tardi per un'ultima replica. - Uffa, nonno Fem...

- Uffa un corno, Massuelo. Argomento chiuso. Occupiamoci di cose serie, adesso. Non sarebbe male, per esempio, rinfrescare qualche fondamentale... Vediamo, Jula: cosa ti richiama alla mente il termine diamagnetico?

Mi rivolge uno sguardo esasperato la mia sorellina, ma non c'è soltanto noia nei suoi occhi, affiora palese una spenta scintilla di resa.

E così recita rassegnata: - Sappiamo come le azioni magnetiche che appaiono tanto spiccate in certi corpi, si esplicano, sebbene in misura ridotta e tecnicamente inapprezzabile, anche su tutti gli altri, compresi i liquidi e i gas. Alcuni corpi, tuttavia, come il bismuto o l'argento, rivelano delle proprietà magnetiche pure debolissime ma nettamente opposte alle precedenti, nel senso che essi sono piuttosto respinti dalle calamite che attratti; tali corpi, presenti in natura in numero assai limitato, sono detti diamagnetici e tutti gli altri invece paramagnetici.

- Bene, molto bene! - scandisce nonno Fem, gonfio di soddisfazione e di una possente boccata di fumo appena inalata. Volge di colpo lo sguardo, e mi punta addosso occhi indagatori. - L'analogia, Massuelo?

Intende riferirsi alle presunte proprietà respingenti della Pietra di Bismantova, lo so benissimo, ma la delusione per i programmi rovinati mi spinge a stuzzicare la sua suscettibilità, e così gioco un po' a fare il tonto. - L'analogia con cosa? Con le caratteristiche della Pietra forse?

Il sorrisetto ironico del nonno, una smorfia amara e saputa, mi comunica che la finzione è già scoperta. - Già, proprio quell'analogia - conferma, simulando una pazienza ormai andata. - Vuoi degnarti di accennarmela?

Fine del gioco. Nonno Fem, si capisce, non intende permettere altre digressioni; quando le rughe profonde del suo viso si dispongono in un certo modo, meglio rispondere in fretta e a tono: quelle pieghe contorte da dolori antichi sembrano nascondere segreti inenarrabili. Segreti dimenticati. Io e Jula siamo concordi in questo: la ragione del suo accanimento didattico nei nostri confronti dev'essere nascosta proprio in uno di quei segreti. In qualche modo, è come se la sua ansia d'istruirci sulle questioni intorno alla Materia nasca dalla misteriosa intenzione di proteggerci da un terribile pericolo, un pericolo diverso da quelli più consueti di cui va predicando, un pericolo di cui non è dato conoscere completamente la natura. E di un'altra cosa siamo assolutamente certi: e cioè che i misteri, in un modo o nell'altro, devono essere collegati al suo vecchio nome, al suo vero nome, quello che nessuno conosce; il nomignolo Fem, vale a dire F.e.m, non è altro che l'abbreviazione tecnica di forza elettromagnetica, e chi glielo affibbiò tanto tempo fa, forse già all'Epoca delle Città Separate, lo avrà fatto sicuramente in considerazione della sua grande conoscenza della Materia.