Annuii per fargli comprendere che non ignoravo il potere dei media e ritenevo positivo che ne fossero i padroni. Era osceno, cercava di violentare le mie idee con la stessa piattezza con cui avrei spiegato Talete ai miei studenti. L'avrei strozzato.
Ma lui proseguiva, con il bagaglio classico per simili conversazioni: - E poi? Eh! Nell'altra stanza, mi corregga se sbaglio, c'è una persona che lei ama. Vuole trascinare anche lei nel fango tutt'altro che metaforico del ridicolo? O preferisce abbandonarla per combattere da solo la sua donchisciottesca battaglia? - Si sfilò gli occhiali e prese a pulirli con un fazzoletto colorato. Intendeva frapporre una pausa prima di passare alla fase due del discorso, quello della carota. - Invece... potrebbero esserci vantaggi tutt'altro che disprezzabili. Sono sicuro che se lei è la persona capace e brillante che credo, preferirebbe un posto più qualificato e retribuito dell'insegnare filosofia in un liceo. C'è posto all'Università, penso che lei mi capisca.
Non gli detti neanche la soddisfazione di vedermi sospirare. Rifiutare ciò che per me non era stato neanche un sogno, solo una fantasticheria da adolescente, non risultava poi un gran sacrificio. Scossi la testa:
- Intendo perfettamente. Ma se c'è una barricata con due lati, e tutte le barricate li hanno, allora il mio fegato preferisce stare da quello opposto. Penso mi comprenda, si tratta di un problema di digestione. Nessun rancore, spero.
Strinse le labbra, seccato della mia dimostrazione che la gente fosse stupida esattamente quanto sembrava. Magari era offeso. Replicò:
- E' una posizione come un'altra, questo è un paese libero e lo Stato è in grado di sopravvivere al suo rancore. Solo, credevo che lei, come tutti, desiderasse star meglio e far stare meglio anche sua moglie. Invece getta le opportunità senza neanche consultarla... Mi ero sbagliato.
Inutile tentare di spiegargli che non avevo bisogno di consultare Francesca per conoscere la risposta, per sapere che sarebbe più violenta della mia. Non lo avrebbe capito.
Vuotò la tazza e guardò l'orologio. - Bene, è tardi, ora l'uovo.
Qualcosa mi si afflosciò dentro. Come aveva saputo... - Prego?
- Mi dia l'uovo. Nonostante il suo rifiuto la ritengo ancora intelligente: non mi costringa a ricredermi anche su questo. Ha capito benissimo. Nell'inventario fatto dopo l'effrazione, manca un uovo prodotto proprio nella circostanza. Il personale della fattoria è stato controllato. C'è un computer. Posso elencarle l'ora di produzione di ogni uovo di ogni gallina. Lo dico per il suo bene, è una prova del suo reato. Si è introdotto illegalmente in un Impianto statale, ricorda? Se vogliamo far finta che ciò non sia avvenuto dobbiamo far sparire le prove.
- Com'è morto Serra... Lo avete ammazzato?
Scosse la testa. - Ma non dica assurdità, abbiamo forse ammazzato lei? Uno spiacevole incidente. Ridicolo, se non fosse tragico. Dopo venti anni, il primo morto sulla strada: c'era nebbia e lui filava a velocità sproporzionata. Mi turberà i sonni per molto tempo, aveva la stessa età di mio figlio e mi ripugnano le morti inutili. Suppongo fosse illogico e irriflessivo, come tutti i giovani, ma non dubito che sarei riuscito a convincerlo. Anche gli incidenti fanno parte della realtà, sarebbe troppo bello se morissimo solo per ciò che facciamo o abbiamo fatto. Insomma mi consegni l'uovo. O debbo farlo cercare dai miei uomini? Non posso lasciarglielo. E' una prova, un mezzo per fondare le sue asserzioni - concluse imperioso.
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