- Per la barba del vecchio Tuc, che impertinenza! - sussultò Trappo, colpito.

Tuttavia, il piccolo Fredo era così abile nel contropelo, e aveva disposto i bigodini in maniera così amorevole sui piedoni villosi dello zio, che Trappo non seppe dirgli di no.

- Va bene, nipote. - concesse - Ti racconterò tutto per filo e per segno.

Così chiuse gli occhi, si rilassò sulla hobbit-poltrona, e lasciò che i ricordi lo conducessero indietro, fino a quell'eroico ed epico giorno in cui si era deciso il destino finale del Campionato Mondiale della Terra di Mezzo.

E qui comincia un grande racconto.

* * *

L'arbitro aveva decretato l'intervallo sul risultato di uno a zero per gli orchi, rete del numero undici Riv'ahl'doss al ventiduesimo minuto. In realtà il risultato avrebbe potuto essere ancora più severo nei confronti della formazione hobbit, ma la Seleçao degli orchi aveva dedicato l'ultimo quarto d'ora del primo tempo impegnandosi in una tradizionale danza di guerra e disinteressandosi totalmente del pallone (né gli hobbit avevano osato toccarlo, perché i carioca avevano minacciato di sbranare all'istante chi si fosse azzardato, credete a me!).

Cosparsosi il corpo di sterco di zebù e di altre sostanze ignobili, cosicché anche i pochi tra loro di pelle chiara sembravano orribilmente negri (il che testimoniava la loro nequizia), gli orchi si erano raccolti a centrocampo e avevano intonato il loro canto di battaglia, che recitava più o meno così:

Cacao Meravigliao

Che meraviglia 'sto cacao meravigliao!

Cacao Meravigliao

Lo sponsorao della nostra Seleçao!

Al termine dell'esibizione, c'era stata una piccola invasione di campo da parte di un drappello di tifosi proveniente dalle Scogliere Nebbiose dell'Erin Dulëa. Gli orchi li avevano in tutta contentezza divorati all'istante, bandiere e striscioni compresi.

Poi l'arbitro aveva fischiato, e le due squadre erano rientrate negli spogliatoi.

Gli hobbit erano immensamente abbattuti, ve lo dico io! Un paio lo erano anche fisicamente, ad esempio quelli che avevano ricevuto terrificanti rotulate nelle gengive da parte del numero dieci orchesco Ron'aldh'okk, il quale si era svegliato dal suo letargo pluriennale (che durava dall'ultimo Campionato Mondiale) epperciò aveva lunghi arretrati di furore calcistico da riscuotere.

- Ohi ohi! - gemeva Carraralf il grigio - Questa volta ci fanno un mazzo grande quanto i denti del Ballrog.

- Non è detto. - ribatté Trappo, pensieroso.

Lo stregone lo squadrò di sottecchi. - Che hai in mente?

- Puoi farmi leggere di nuovo il regolamento del torneo?

Nonostante la perplessità, Carraralf eseguì l'incantesimo cosiddetto magic-fax. La copia cartacea delle norme federali apparve fresca d'inchiostro fatato nelle sue mani.

- Ricordavo bene. - fece Trappo, trionfante - Vedi questa clausola?

- ...la squadra finalista può scendere in campo senza gli undici titolari, ma non senza allenatore... - lesse le rune Carraralf - E allora?

Lo hobbit sbuffò. - Certo che per essere un grande mago sei proprio rincoglionito: significa che se fossimo senza allenatore non potremmo proseguire la partita.

- Guarda che non puoi dimetterti, Trappo. Il contratto che hai firmato te lo impedisce: verresti trasformato all'istante in una Puzzola Pustolosa delle Paludi Puzzolenti.

- Infatti non mi dimetterò: sarai tu a licenziarmi. E poi chiederai una sospensione dell'incontro finché non avrete scelto un nuovo cittì.

- Uhm... - Carraralf non era convinto - Non capisco dove vuoi arrivare, Trappo. Bene che vada, gli orchi ci accorderanno qualche ora di tregua, ma prima o poi dovremo tornare in campo, e allora ci massacreranno. E non credere che tu ti salverai, perché gli orchi non faranno uscire nessuno dalla città prima che l'incontro sia terminato.