"Famo presto"
Questa sua enorme verve e istintiva simpatia si sono riversate nei suoi film, che sono spontanei, immediati, privi di eccessi di ambizioni cerebrali nonostante la sapiente intelligenza che li anima. La notizia della sua morte è stata un macigno: speravo tanto di poterlo rivedere in qualche altra occasione, scherzare di nuovo con lui, e invece non accadrà.
Anche perché, quando ci siamo lasciati due anni fa, dava l'idea di avere ancora molti anni da vivere. Lo ricordo come fosse ieri. Quando, ovviamente in ritardo, sono sceso dalla mia stanza a fare colazione, ho trovato seduti al tavolo lui e Vanni Mongini. Antonio ci ha raccontato qualche altro suo saporito aneddoto; Vanni gli ha proposto di fargli una luuuuuunghissima intervista per un libro di ricordi. Lui ha accettato con grande piacere, anzi ha invitato Vanni a essere suo ospite in villa per un po' di tempo per potergli raccontare tutto con calma. E ha concluso con un invito: "Famo presto", come se la sentisse addosso. La triste morte che tante volte, sotto spoglie più o meno fantastiche, ha raccontato nei suoi film.
Doveva prendere un aereo per tornare a casa. Noi partivamo più tardi. Prima di uscire, ci ha guardati e ci ha ringraziati (noi due, ma anche l'organizzazione del festival, e gli spettatori, e tutti quanti) del calore col quale lo avevamo accolto. Sembrava non crederci. Vanni e io lo abbiamo abbracciato. Gli ho detto: "Sei tu che sei una persona meravigliosa."
Le malelingue sono libere di non crederci, ma è la pura verità. Dolce com'era lui.
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