Carico sganciato
Un acre fumo di plastica bruciata invade la cabina del vettore cargo, il pulsante rosso che rimbalza qua e là galleggiando in assenza di gravità, come il naso di un clown invisibile. Qualche scarica elettrica e una nuvoletta grigia ballonzolano intorno alla plancia annerita.
Taylor tossice qualche parola nel microfono. - Ehm... qui Crunge 1011... mi sa che l'autodistruzione non ha funzionato...
- Qui controllo. Infatti. Siete diventati una bella striscia verde nel cielo... siete penetrati nell'atmosfera terrestre. A questo punto pensate a salvare la pelle, ragazzi. Anche due sole vite in più fanno la differenza. Provate a sganciarvi...
Taylor non se lo fa ripetere due volte. Fa un cenno a Leavines che tira una leva. - Dieci tonnellate di preziosissimo elio 3... perdute! Quanti bigliettoni potevamo farci! - mugola Taylor.
- Te l'avevo detto, imbecille! - grida Leavines in lacrime. - Il prezzo era troppo basso, doveva esserci l'inculata!
Mmm. Perché le donne rinfacciano sempre? Mmm Forse perché non le ascoltiamo prima di fare casini... - Eh, era un contrabbandiere di fiducia! Dove lo trovi sulla Luna un carico di elio 3, compreso il mezzo di trasporto, a soli duemila crediti? Non dimenticare che con la cresta ti sei pagata il chirurgo estet...
- Ok, ok. Sgancio. - borbotta Leavines.
Un sordo rumore metallico sottolinea il sobbalzo del vettore.
- Carico sganciato. Retrorazzi di emergenza attivati. E ora teniamoci forte.
Constatazione amichevole di sinistro
Il suono che emette il secondo alieno mente scivola verso il TIR è qualcosa di simile ad una teiera che bolle, ma al cui interno ci sia fango e non acqua.
L'essere è alto due metri, umanoide, grigio e con gli occhi tondi neri. Al posto delle gambe ha una specie di matassa grigia che lascia una bava densa mentre gira intorno alla cabina. Cazzo, proprio come nei fumetti.
Il sibili-mugolio dell'alieno continua e si intensifica, mentre esamina i resti del suo compagno. Si porta le mani alle tempie e scuote la testa. Il linguaggio del corpo è universale, pensa Gondo. Questo è parecchio incazzato.
- Ehi, amico... calmo... cazzo non l'ho visto, mi si è buttato sotto! Non è colpa mia.
L'alieno non lo considera nemmeno, continua a strofinare i resti del compagno e a mugolare. Poi si alza di scatto e si dirige verso Gondo, impugnando quello strano oggetto metallico...
- Cazzo, cazzo , cazzo... aspetta! Non mi fare fuori, amico! E' stato un incidente, mi capisci?
L'alieno lo schiva e si infila nella cabina del TIR. Avvicina il tubo metallico al computer di bordo, che esplode in una cacofonia di stridori elettronici.
- Eh, poi me lo spieghi come funziona quel coso del mio TIR, eh? - sussurra Gondo. - C'è la scatola ner...
Sembra come se l'alieno stia leggendo in qualche modo con i contenuti della scatola nera, tramite l'aggeggio metallico tubolare. Uh, ridacchia Gondo, è solo un traduttore! E io che mi pensavo! Un disintegratore?
Uno squillo assordante spezza le meningi di Gondo, che si piega in due. Ha finito di verificare l'andamento dell'incidente... ora l'alieno è veramente incazzato.
- Ehi, va bene, ve bene... non è andata proprio come ti ho detto... mi sono distratto...
L'alieno punta il tubo metallico verso Gondo, aggrappato allo sportello del TIR. Gli occhi incurvati e la bocca serrata dicono che l'alieno fa sul serio. Il linguaggio del corpo è universale. Un brusio elettrico fuoriesce dal tubo, un raggio biancastro colpisce un cactus alle spalle del camionista, incenerendolo. Non è solo un traduttore.
Poi il sibilo proveniente dal cielo li costringe entrambi ad alzare lo sguardo alla cometa verde, ora più grande di un sole.
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