La cometa sulla lama
Stavolta avrebbe rotto la schiena a quella troia.
Gondo inserisce la marcia sequenziale con il solo indice, dietro il volante, ma cerca di farlo con rabbia. In questo risulta un po' ridicolo, come una donna ottusa che per stizza getta un vaso di gomma in terra, e questo gli rimbalza nei denti. Gondo rimpiange un po' i cari vecchi TIR con le marce manuali, e allora si che si poteva afferrare quella grossa leva del cambio, quell'enorme fallo lucente dal glande in finta pelle nera, e inserirla rabbiosamente nella fessura. Del cambio.
Gondo visualizza sua moglie a gambe divaricate dove una volta c'era la griglia delle marce, e immedesima il proprio cazzo in una leva del cambio. - Tò, puttana. - ringhia, mentre glielo infila dentro con la mente.
Il TIR galleggia sereno sulla Route 61 deserta e buia.
L'inconscio è bastardo, e l'immaginazione in Gondo è poca ma sufficiente a rodergli il cervelletto con i suoi flashback.
Le immagini che ha visto tramite il cellulare, mentre parlava con quella cretina di Irma. Quella troia che non si è accorta di aver lasciato acceso il cellulare appoggiato al comodino, così Gondo ha dovuto rimirare per mezz'ora il primo piano dell'amante di lei mentre la scopava. Il primo piano della sua smorfia sudata, dei baffi umidi, della catenina con una strana croce, mentre il bastardo veniva dentro sua moglie. E allora il fuoco si riaccende nello stomaco di Gondo, l'acciaio avvolge i suoi avambracci ma le mani tremano di pianto.
Stavolta avrebbe rotto la schiena a quella troia e il culo a quel bastardo. Con un bastone la schiena della troia, e con lo stesso bastone il culo del baffo.
Sulla lama del coltello da macellaio appoggiato sul sedile del passeggero si riflette una strana cometa verdastra. E' da qualche ora che si nota, ferma nel cielo, da qualche parte nello spazio. Ferma ma in realtà velocissima a scendere verso di noi, pensa Gondo. Ma non me ne frega più un cazzo, di Irma, del bastardo, di spezzarmi i reni su questo sedile...
Ora Gondo sente in un fade in il cicalino del computer di bordo, e il primo pensiero è chiedersi da quanto stia suonando per avvisare di un pericolo di fronte ai sensori.
Poi il doppio tonfo sotto le ruote gli risponde che ormai è inutile chiederselo.
Gondo scende dal TIR mentre nella sua piccola testa si intrecciano immagini velocissime della cometa riflessa sulla lama del coltello, di Irma che sega, dei baffi del bastardo, di un animale schiacciato sotto una ruota del TIR, di sangue e viscere, di un bambino schiacciato sotto la ruota del TIR...
... questa poi...
C'è un alieno schiacciato sotto la ruota del TIR.
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