Gianni Montanari (1985-1990)
Durata ventitre anni, la gestione di Fruttero & Lucentini aveva finito per identificare Urania con il Ministero della Fantascienza, un'istituzione paternalistica la cui gerenza sembrava irraggiungibile, onnipresente come la Rai di Bernabei ma lontana dal mondo degli appassionati. Più che sfoggiarla, Carlo Fruttero portava scolpita sul volto irregolare un'espressione rincagnata che rendeva il suo remoto disgusto per le cose triviali qualcosa di formidabile; quanto a Franco Lucentini, una volta che intervenne allo SFIR di Ferrara - l'annuale Convention di fantascienza - tenne per gran parte del tempo un'aria affranta e postura scoglionata, rimanendo sempre ai margini della sala in cui si svolgevano i lavori. Lo rivediamo benissimo, seduto su una panca col busto piegato in avanti, le dita intrecciate e la testa da patrizio romano abbassata per non incrociare lo sguardo dei fan scatenati. I Due appartenevano insomma a un altro mondo, erano i Marziani in Cattedra: e il recente suicidio di Franco Lucentini è stato uno shock proprio perché nessuno, nel popolo della sf, gli avrebbe attribuito la noia e i dolori di una vita come tutte le altre, una vita (per di più) che è stata in gran parte dedicata alle Muse e a quella della fantascienza in particolare. Fra la direzione di Urania e il suo pubblico c'era un fossato che sembrava incolmabile; perciò, quando Gianni Montanari prese le redini della collana sembrò che un terremoto scuotesse di nuovo la Pompei fantascientifica: Fruttero & Lucentini che abbandonano la Creatura! Un curatore venuto dal fandom - o almeno dall'ambiente della fantascienza strictu sensu - che gli succede con un colpo di mano! Si annuncia un Premio per il miglior romanzo italiano! Tutto questo fece tremare il mondo della sf, riportando Urania dall'empireo al mondo della realtà. Riassumendo in breve il suo intervento sulle singole collane, ricorderemo che Montanari decise di chiudere l'inutile sezione Capolavori all'interno di Urania, visto che le ristampe vedevano già la luce nei Classici. Il Millemondi, altra serie di ristampe durante la gestione Fruttero-Lucentini, divenne un'interessante panoramica del racconto breve; i Classici si aprirono a tutta una serie di autori nuovi, provenienti dai cataloghi di altre Case editrici, e la neonata collana mensile Urania Fantasy portò questo genere in ascesa al pubblico delle edicole. Autori come Lucius Shepard e William Gibson furono introdotti in quel periodo, mentre la fondazione del Premio Urania è stata l'ultima buona azione del curatore uscente.
Pro:
Il lavoro svolto da Gianni Montanari è stato salutare, la sua curatela breve ma intensa e la riforma delle collane da lui attuata si è rivelata di notevole importanza per aggiornare il gusto di Urania. Ma a parte le testate da edicola non bisogna dimenticare che Gianni Montanari ha inaugurato le collane librarie Altri Mondi e Fantasy, ospitandovi autori di primo piano.
Contro:
L'insistenza, secondo alcuni, su autori difficili o poco immediati (i fratelli Strugatskij, Octavia Butler) oppure macabri, secondo la moda di quegli anni (Serge Brussolo, un bravo romanziere francese le cui uscite su Urania facevano registrare regolarmente un calo nelle vendite, fino alla sua successiva sospensione).
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