Carlo Fruttero e Franco Lucentini (1962-1985; 1964-1985)

Carlo Fruttero e Franco Lucentini (illustrazione di Giuseppe Festino)
Carlo Fruttero e Franco Lucentini (illustrazione di Giuseppe Festino)
Cambiarono volto alla collana di Monicelli. La rivoltarono come un guanto e con l'aiuto di Karel Thole ne fecero una rivista sofisticata ma di piacevole lettura, un "prodotto" che volentieri strizzava l'occhio al lettore. Il periodo d'oro della nuova gestione (1962-1967 circa) portò alla luce autentici tesori e cambiò il modo di guardare alla fantascienza popolare: non più solo, o non soltanto, avventura e sogno ad occhi aperti, ma humour, paradosso, gioco intellettuale e sorpresa. Se negli anni di Monicelli ci eravamo familiarizzati con Asimov, Clarke, Wyndham, Sturgeon, Dick e Hamilton, in quelli di Fruttero e Lucentini avremmo conosciuto Ballard, Disch, Lovecraft, Matheson, Sheckley, Brown e Frederik Pohl: in una parola, la nuova fantascienza e anzi la letteratura fantastica tout-court. La cosa andò avanti per diversi anni, ma nel 1967, con la sparizione della losanga e l'avvento della Veste Bianca, Urania si avviò sempre più a diventare un Prodotto Industriale Garantito, riservando indubbiamente meno sorprese che un tempo. Ciò che ha sempre giocato contro la collana mondadoriana è il basso numero di pagine (un problema per i romanzi più corposi) e la qualità delle traduzioni, in genere scorrevoli ma non sempre integrali e tendenti all'uniformità, a un certo appiattimento stilistico. Detto questo, se l'Urania degli anni Cinquanta aveva rappresentato lo svezzamento del neo-lettore di sf, quella degli anni Sessanta è stata la sua università, o almeno il corso serale di perfezionamento. Testate più letterarie come Galassia e Gamma e riviste aperte all'informazione come Robot avrebbero mostrato, nel tempo, i limiti della formula uraniana, senza tuttavia eclissarne la popolarità né scalfirne l'invidiabile superproduzione.

Pro:

Insieme a Roberta Rambelli, Fruttero & Lucentini hanno inventato la fantascienza "adulta" in Italia. Sono gli unici (o quasi) ad averla presentata con un minimo di collegamento alla realtà più vasta, per esempio quella della narrativa americana. Ridendo e scherzando, ci hanno offerto per alcuni anni il miglior "divertissement" in cui potessimo sperare.

Contro:

La superproduzione (specialmente durante i due passaggi a periodicità settimanale, nel 1964 e nel 1979) li ha costretti a grattare spesso il fondo del barile, accontentandosi di pubblicare molte opere di secondo piano. I tagli alle traduzioni - imposti a volte da motivi di foliazione - sono l'altra piaga, anche se spesso si dimentica che questo fenomeno si è verificato per tre quarti della storia dei periodici Mondadori e non solo all'epoca della loro gestione. Alcuni, infine, rimproverano a Fruttero & Lucentini il totale disinteresse per la sf italiana ("Marziano in cattedra" escluso o incluso, secondo i più diversi pareri).