Sputò contro il bel viso di lei un boccone di naso, che attraversò l'immagine olografica e venne inghiottito al volo da un grosso rospo saltato fuori dalla palude.
- Non potete fermarmi, e lo sai.
- Non lo avrai mai!
- Forse ti donerò una bella morte. O forse no. - Alzò lentamente le mani al cielo, invocando l'attenzione dei Vermi Oscuri, e cominciò a levitare.
Sorella Lorena riaprì gli occhi nell'alveo olografico, al sicuro nella sala ricerche tecnologiche del convento che governava. Si morse nervosamente il piercing che aveva innestato recentemente sulla lingua. Aveva ancora negli occhi i resti delle due sorelle. Ma non doveva sentirsi in colpa. Proteggi il tuo corpo, è la tua arma. Era il secondo comandamento. Non aveva potuto fare altro che materializzarsi sul posto, dopo che i sensori contenuti nei fucili al plasma delle due sorelle avevano rilevato la presenza di lui.
- Lo hanno fermato? - La voce di sorella Jacqueline, la superiora militare del convento, la distolse dai suoi pensieri.
- No.
- Le armi al plasma non hanno funzionato?
- Non le hanno usate.
- Capisco. - E abbassò la testa. Anche Jacqueline, come tutte le altre sorelle, considerava dentrò di sé impuro utilizzare qualunque altra arma che non fosse la sacra shariba.
Ma la Voce era stata chiara. Il Monolite era apparso dal nulla un anno prima nel convento, e intorno ad esso le sorelle avevano costruito il nuovo centro tecnologico. La Voce, attivata sfiorando i graffiti sulla superficie di rame intarsiata da milioni di microchip, aveva dettato gli ordini, che loro avevano eseguito scrupolosamente, religiosamente. La Voce aveva annunciato loro l'arrivo del Male. Lui sarebbe apparso nella loro palude, e loro dovevano fermarlo. A qualunque costo. La Voce aveva spiegato come costruire le nuove armi al plasma, per combattere i suoi potenziamenti bio-tecnologici. Ma le sorelle erano troppo legate al loro addestramento tradizionale, alle loro sacre sharibe. Quante di loro sarebbero dovute ancora morire, prima di accettare le Integrazioni alla Verità dettate dal Monolite?
- Non deve trovarmi.
- Non ti troverà.
- Non voglio vederlo.
- Non lo vedrai.
- Madre... dove sei?
- Sono qui con te.
- Non è vero... sei lontana! Non sento il tuo odore!
- Sono sempre accanto a te.
- Madre... non mi abbandonare!
Avvertiva chiaramente l'odore di quelle puttane. Il loro convento era vicino. Sospeso nella sua bolla mistica, invisibile con il cloacking attivato, levitava veloce nella folta vegetazione tropicale. Ma la sua mente tornava ossessionata a poche ore prima, a quando le puttane sacre lo avevano scaraventato 20 anni indietro nel tempo.
Mai il suo trionfo era stato così vicino. Suo figlio, il Predestinato, aveva infine terminato di assorbire l'energia del Cristallo Artefatto di York. Un processo lungo, durato 15 anni, durante i quali lo aveva dovuto proteggere dagli attacchi disperati delle sorelle della Furia Lucente, l'ultimo baluardo di un'umanità stremata. Ma lui aveva coniugato i suoi naturali poteri mistici da necromante alla più moderna tecnologia bio-elettronica, e aveva sventato ogni minaccia. L'energia accumulata da suo figlio, scaricata nella biosfera, avrebbe annientato la volontà di ogni essere vivente, riducendo l'umanità a una massa di larve ubbidienti. E finalmente i Vermi Oscuri sarebbero strisciati fuori dal Tempo, e avrebbero dominato la Terra. Lui sarebbe stato il loro servo prediletto. La Profezia si sarebbe avverata.
Ma le puttane sacre avevano compiuto il loro disperato sacrificio supremo. Si erano suicidate a centinaia, secondo il rito sacro. E le loro energie vitali, catalizzate dalla torre temporale di Absolon, lo avevano scaraventato 20 anni indietro nel tempo. E questo era successo appena due ore fa, 20 anni nel futuro.
Si era materializzato nelle paludi amazzoniche. Aveva subito riconosciuto il posto, esattamente dove 20 anni prima aveva già liberato suo figlio da quelle puttane guerriere. Ma oggi era ancora più forte di 20 anni fa. Non aveva con sé le sue armi migliori, ma i potenziamenti nanotecnici che indossava erano più che sufficienti. Avrebbe liberato ancora suo figlio. La storia si sarebbe ripetuta.
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