La grande conoscenza di personaggi e ambienti della sf italiana dei primordi ha consentito a Cozzi di scrivere, negli anni 1980/81, una lunga inchiesta: Storia della fantascienza italiana, quasi 3000 pagine di interviste ad autori, disegnatori, editori, curatori. Questo sterminato materiale sta ora vedendo mensilmente la luce sulla rivista romana Mystero, da lui diretta. E' un'opera che cerca di ricomporre tasselli del variegato, ricco (e praticamente sconosciuto ai più) mosaico che sono stati i primi cinquant'anni della nostra fantascienza. Lavoro meritorio anzi spesso prezioso, dal momento che la fantascienza - come tanti settori della cultura - oggi rischia, per un motivo o per l'altro, la perdita della propria memoria storica. E non è un caso se iniziative sulla stessa linea si stiano diffondendo a cura di altri esperti interessati a questo "patrimonio" che ci accomuna (la rivista Nova Sf ha da tempo avviato sulle sue pagine la rubrica Come eravamo nella quale noti nomi - tra cui lo stesso Cozzi - si raccontano, e raccontano al contempo pezzi di storia; la Perseo ha inoltre in corso la riproposizione editoriale di opere di narrativa italiane quasi introvabili. E c'è la stessa Delos con rubriche come questa, e con altre iniziative in cantiere; si è istituito il Fondo Sandrelli per tentare il recupero e la catalogazione di tutte le fanzine italiane; escono volumi come il recente Cartografia dell'Inferno, curato da G. de Turris per conto della Biblioteca Civica di Verona, che presenta un panorama editoriale di 50 anni di fantascienza in Italia. Per non dire del monumentale Catalogo della Fantascienza del Fantasy e dell'Horror, avviato da Ernesto Vegetti e curato dal medesimo, unitamente ad alcuni collaboratori).
Tornando a Luigi Cozzi, va segnalata infine (ma sospettiamo che... possa esserci dell'altro!) l'attività di curatore delle collane di fantascienza e horror della casa editrice Mondo Ignoto, di proprietà sua e di Sebastiano Fusco. Da alcuni anni, Cozzi si occupa del negozio Profondo Rosso, a Roma, in società con Dario Argento.
Per quanto qui ci interessa più da vicino, cioè la narrativa di questo multiforme regista-scrittore, essa si caratterizza per la scrittura scorrevole ed evocativa, per toni solitamente lievi (capaci peraltro di andare in profondità), e per tematiche che mescolano spesso tra loro fantascienza, fantasy, horror, fantastico. (Notevole, per esempio, fu un gruppo di brevi storie basate su altrettante figure femminili dalle peculiarità - anche... amatorie - insolite). Tra le non moltissime storie scritte da Luigi Cozzi ritengo che Aurora (apparso sul n. 30 di Nova Sf vecchia serie, 1975) sia una delle più rappresentative, anche in riferimento alla accennata mescolanza di generi. Ciò che maggiormente mi colpì alla prima lettura di questo racconto, ciò che mi è rimasto, più che alla trama in sé si richiama all'atmosfera, all'ambiente, insomma alle immagini evocate: una Terra sulla quale è calato da millenni un buio totale in cui si muovono creature mostruose, in attesa d'un evento mitico del quale si sussurra il nome ma non si conosce più il significato: l'aurora, appunto.
E non è il caso di aggiungere altro...
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