Quando le radici: Luigi Cozzi
Luigi Cozzi (Milano, 1947) è certamente una delle figure più poliedriche e dinamiche della fantascienza italiana: scrittore, saggista, sceneggiatore, regista cinematografico, biografo...
- Stupide bestie - le schernì lui, ridendo. -- Vi illudevate davvero di sorprendermi con tanta facilità? I miei sensi giungono molto più lontano dei vostri e le mie ali possono trasportarmi in un attimo dove mai neppure in una vita intera voi riuscirete a giungere. Nel mio lungo cammino io ho imparato a guardarmi da pericoli ben più insidiosi dei vostri miseri artigli, e tutti li ho superati, nessuno mi ha mai fermato. Quindi calmatevi, stupide bestie ottuse, rassegnatevi, tornate alla notte della quale siete figlie spurie. Non sono io la preda di cui vi sfamerete.
Le ombre non gli diedero retta. Si ostinarono a tentare ancora di ghermirlo. Spiccarono balzi sempre più alti e audaci, ma non giunsero mai neanche a sfiorare i piedi del viaggiatore alato, che troppo si librava al di sopra di loro. Alla fine dovettero rinunciare. Strisciando, rientrarono nella notte fonda da cui erano uscite, e ombre e tenebra tornarono una cosa sola.
Lui non scese.
Un'ombra, infatti, non aveva seguito le altre, non le aveva imitate. Se ne rimaneva ancora lì al suolo immobile. Ed era anche l'unica che non si fosse svilita in balzi vani e inutili, la sola che sembrava essersi resa conto fin dall'inizio dell'impossibilità di catturare la preda con le ali.
Ma allora perché se ne restava ferma, acquattata nella notte, come in agguato?
- Non illuderti che io ceda al tuo inganno, bestia ottusa -- l'apostrofò il Viaggiatore, continuando a volteggiare nell'aria nera sorretto dalle grandi ali. - So dove sei celata, e ti avverto che l'attesa si rivelerà vana. Né l'astuzia tua né la violenza cieca delle tue compagne predatrici potranno mai nulla contro di me.
Nella notte risuonò un sogghigno, l'ombra si staccò dalle tenebre e si tese verso di lui. Ma non protendeva gli artigli.
- Non giudicare tutte le ombre dalle poche che hai appena conosciuto. Esse sono ancora giovani, stolte e impulsive. Ma altre, come me, sanno molto di più e conoscono anche dei modi.
- Che intendi con modi?
- Modi che ti possono fermare. Modi che ti possono far discendere.
- Davvero? E quali? - Il Viaggiatore veleggiava nell'aria incredulo e irridente.
- Emanazioni di calore - rispose l'ombra. - Scintille sprizzanti, per esempio. No?
- Un fuoco? - C'era un lieve tremolio, nella voce del Viaggiatore.
- Un fuoco.
L'incredulità si sostituì al timore.
- Voi ombre non lo sapete evocare, un fuoco.
- La maggior parte di noi no, Viaggiatore. Hai ragione. Ma qualcuna sì. Io, per esempio... Io so come preservare la scintilla che sgorga dal cielo e dalla terra nelle ore di tempesta. E potrei averne conservata una apposta per te.
Il Viaggiatore si mantenne calmo e sicuro, ma si librò lievemente più in alto.
- Non mi fermeresti lo stesso - disse. - Potrei salire ancora...
- Questa gola è angusta e le pareti vicine. Le tue ali sono più deboli di quanto sembrano e non ti sosterranno a lungo. E io so dalla saggezza degli antichi come si possono evocare fiamme abbastanza lunghe perché ti raggiungano, e so dalla saggezza degli antichi come bloccare le vie che ti potrebbero dare scampo. Non mi credi? - concluse l'ombra, con pungente ironia.
- Come sai tutto questo? - domandò il Viaggiatore. C'era preoccupazione nella sua voce, e anche un fremito di paura.
- L'ho sentito dire e l'ho visto fare dai padri dei padri dei padri dei miei padri. Sono molto vecchia, lo sai. E c'era un tempo, nel tempo dei tempi, in cui i tuoi simili si spingevano spesso fino a questa gola. E a molti di loro le ali sono state bruciate, e i loro corpi sapientemente abbrustoliti sono andati a nutrire i nostri piccoli. Io un tempo ero proprio fra costoro.
Il Viaggiatore era confuso.
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