Questi australiani sconosciuti
Il mercato editoriale italiano non è in splendida forma, per così dire: tutti gli anni, tutti i giorni, viene pubblicato un alto numero di libri che però non vendono molto. Anche per ottimi editori non è infrequente vendere 1.000/1.500 copie, cifre molto basse anche per un paese piccolo come il nostro. Come vanno le cose in Australia?
Stessa cosa, ma in modo diverso. Gli autori australiani tendono ad avere vita dura, e pochissimi autori pubblicati riescono a mantenersi solo scrivendo romanzi. Le cifre medie di vendita sono un po' più alte di quelle che citi tu, ma non molto. In parte, i bassi numeri sono dovuti alla scarsità di popolazione (ci sono solo 18 milioni di abitanti nell'intero paese), però c'è anche un problema di marketing e promozione.
L'Australia sta diventando sempre più una specie di cultura sussidiaria. E' comunissimo per gli autori americani e inglesi (in particolare) pubblicare in Australia. E' molto insolito per gli autori australiani venire pubblicati negli Stati Uniti e in Inghilterra. Questo perché un romanzo australiano non sarà venduto in America se non ha già venduto bene in patria. Però il marketing e la promozione di un autore australiano in Australia costano grandi quantità di denaro, soprattutto perché sono operazioni da compiere gradatamente sull'arco di almeno tre libri. Per contrasto, commercializzare un autore americano o inglese già di successo in patria non costa niente in Australia, letteralmente solo pochi dollari. Questo perché l'autore americano o inglese arriva attrezzato di materiali per il marketing e strategie già testate: poster, grafica, materiali per i media, eccetera. Gli editori originali hanno già speso, confezionato i prodotti e creato la reputazione dell'autore con recensioni, interviste, tour e via dicendo.
Così scatta una perversa dialettica. Gli autori australiani non sono molto noti in Australia, per cui gli australiani non li comperano. Perché non li comperano? Be', perché non sono molto noti per cui non vendono molte copie per cui non sono molto noti per cui probabilmente non sono molto bravi. Come si fa a sapere che non sono molto bravi? Be', non vendono molte copie e nessuno ha mai sentito parlare di loro per cui non possono essere molto bravi, giusto?
Mi hai detto che stai per scrivere due nuovi libri: uno sulla birra, e okay, e uno su un nano del quinto secolo, e questo stimola la mia immaginazione. Mi spieghi?
Ah ah! Il libro sulla birra è uno sfizio scherzoso nel quale suggerisco, nella mia qualità di ministro religioso (sono forse l'unico ateo ad avere ricevuto gli ordini nel clero della Universal Life Church di Modesto, California), che bere regolarmente alcol fa bene alla salute, alla mente, e allo spirito. Il libro sul nano è una cosa parecchio più complessa che comporterà un processo lento. E' una biografia semi-immaginaria. Anni fa, in un frammento di testo del quinto secolo, mi sono imbattuto in un riferimento a un nano attore, uno che raccontava storie divertenti in molte lingue. Nel testo non si dice molto di più, ma a me è venuta l'idea che quel nano sia stato forse il primo comico da palcoscenico del quale si abbia notizia storica. Ho pensato: niente male per un piccoletto. Così sto facendo ricerche da un po' di tempo. La storia della sua vita, per quanto largamente inventata, sarà, spero, raccontata in maniera plausibile. Spero solo che il libro risulti divertente quanto si diceva fossero le sue battute.
Il libro sulla birra uscirà in Australia nel settembre 2003, e spero in Europa all'incirca in contemporanea. Il libro sul nano uscirà quando sarà finito. L'editore è molto disponibile, vuole essere certo che il manoscritto sia il migliore possibile, quindi non ho scadenze assillanti. Di solito scrivo molto in fretta (Gli ultimi giorni, ad esempio, è nato da uno sforzo di concentrazione di dodici settimane), però per il piccoletto voglio concedermi almeno diciotto mesi.
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